Massimo Marini
Dagli stati generali dei centristi a Chianciano sono emersi un po’ di dati interessanti. Primo: l’Udc a Bersani non se lo fila di pezza. Dunque oltre al danno d’immagine per il PD - dato dall’aver corteggiato per mesi il partito che siede in parlamento grazie ai voti di Cuffaro - la beffa umiliante di un Casini che si è girato dall’altra parte. Al limite, per interposto Rutelli, se ne potrebbe parlare in caso di vittoria di Franceschini. Secondo: la zizzania nei prati che fino a ieri parevano sempreverdi del PDL, germoglia come mai era accaduto dai tempi della frattura Polo delle Libertà - Lega del ‘94. Stavolta però non è il partito del Senatur ad essere vittima, quanto piuttosto seminatore della gramigna, forte della posizione di rendita conquistata sul campo. E’ tutta l’area che sta attorno a Fini, ai liberali, agli ex DC imbarazzati con il Vaticano a scalpitare e a fantasticare su di un centro conservatore alternativo all’attuale PDL. Attenzione, area attorno a Fini e non Fini stesso. Perché qui sta il terzo punto: Fini sta coglionando un po’ tutti. Parla come uno statista rispettabile e democratico facendo sognare simpatizzanti del PD; bacchetta tutti i suoi alleati, da Silvio a Umberto - passando per Sandro e Ignazio, con argomentazioni devastanti per la loro puntualità e soprattutto fondatezza oggettiva; fa credere a tutti di aver già preparato le valigie e di aver dato incarico al divorzista, mentre in realtà Mr. Gianfranco Fini, già delfino di Almirante e manovratore della repressione del G8 genovese, non ha fatto altro che confezionare con innegabile maestria, ma anche con un pizzico di esasperazione stridula - da moglie tradita appunto, l’ennesimo colpo di ri-assestamento di una coalizione paurosamente arrocata sulle rassicuranti, in termini di consenso, posizioni della Lega Nord. Berlusconi appare frastornato dalle sberle che gli arrivano di qua dal Vaticano e di la dalla magistratura, preoccupato dalla spada di Damocle della pronuncia della Consulta sul Lodo Alfano, e non sembra più in grado di riequilibrare pesi e contrappesi interni alla maggioranza. E allora ci sta provando Fini. In pratica ed in buona sostanza tutto ’sto casino mediatico è stato messo su per evitare che la Lega - capitalizzando lo stato di grazia attuale - riesca ad ottenere le candidature per Piemonte e Veneto. In nome della salvaguardia del neonato progetto del PDL, del rispetto per un suo cofondatore importante, Fini appunto, e per assicurare il futuro di un centrodestra che potrebbe certamente nel breve giovarsi del consenso territoriale della Lega, ma che alla lunga non riuscirebbe più a riacquisire la propria ispirazione originaria: partito conservatore di area PPE. Insomma da Chianciano emerge che la cosa di centro si farà, magari non subito e certamente non con Fini. E che il PDL sta attraversando un momento piuttosto critico. Ma comunque i fidi berlusconiani non devono temere più di tanto. Tra poco più di un mese il PD sfornerà il “nuovo” segretario che, dato che non sarà Marino purtroppo, darà una mano fondamentale al riassestamento del potere del centrodestra. Silvio & Co. possono contarci: sia se a vincere sarà Franceschini/Veltroni - come dimenticare la riesumazione dell’ectoplasma (così definirono il centrodestra Fini e Casini allora) a fine 2007; sia se a vincere sarà Bersani/D’Alema - e qui gli esempi veramente sarebbero infiniti, ma bastano Bicamerale e Legge sul conflitto di interessi (non fatta ovviamente), per sgombrare il campo da ogni dubbio. Su insomma, forza e coraggio Silvio, arrivano i nostri!
3 commenti
1 antonalta
15 Settembre 2009 - 23:48
Deo creia chi esser testardu in sa propria idea, cheriat narrer de la remonire isterile e de no la fagher tocare, mancu a sos amigos; frunende-li pro aldia, armadas criticas contra a sos betzos cumpanzos chi chilcan de aparinare sas betzas diferentzias. No! no est gai, est meda peus. Massimo, esser testardos in s’idea,
comente tzertos de como est a esser arrogantes e timire sos cumpanzos chi arrejonan tra issos, cretende chi tramet contra. In custas cundisciones, si tancan totu sas cussorzas, puru iscambiende tra issos, sas jobas chi as elencadu; (Bersani-Veltroni e Franceschini-Dalema.) Custa arrogantzia at gia iscontzadu paritzos comparios e tzeltu no at mezoradu su benistare de sa propria idea, abbaidende cun fastizu sos oldinzos anzenos e s’iscollamentu de suerados dissignos chi an custrintu a fagher duos muros in sa mantessi lacana. Massimo, s’antiga fide politica, a mie m’est ruta paris cun su famadu muru, e dae tando
ponzo sos parrer mios paris cun sos parrer anzenos chena perder idea ne dignidade.
2 Massimo Marini
16 Settembre 2009 - 06:59
Sullo strumento “traduttore di Google” non c’è sardo - italiano… Ho un po’ di difficoltà a capire tutto, anche perché mi sa che non è campidanese questo… Non è che qualcuno lo traduce? Grazie
3 antonalta
25 Settembre 2009 - 23:00
Quello che volevo dire è, di non chiudersi radicalmente nelle proprie convinzioni all’interno del proprio partito, per non creare una sorta di antiche correnti DC…. all’indomani dell’insediamento del nuovo segretario.
Il rischio è di innaffiare i dissapori con veleni aromatici.
Di te abbiamo bisogno come il pane, anche se non sarai segretario. un caro saluto
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