Gianluca Scroccu
Confesso di avere provato una strana sensazione di déjà vu nel vedere i servizi sul dibattito alla Camera dei Deputati in occasione della fiducia per il nuovo governo. Sarebbe utile rivedere i discorsi di presentazione del suo governo rivolti da Berlusconi alle Camere nel giugno del 2001. Una lettura istruttiva perché anche allora il premier usava messaggi collaborativi e toni soft verso l’opposizione, con i quotidiani che esaltavano il “moderatismo del Cavaliere”, “Il Presidente seducente”, come lo chiamò Aldo Cazzullo su “La Stampa” del 22 giugno. “Il Giornale” parlava invece di un Berlusconi che voleva “fare la rivoluzione con l’opposizione”; “Il Manifesto” ci raccontava di un Fassino che nella sua dichiarazione di voto esaltava la flessibilità e a cui il premier rispondeva prontamente con un ok fatto con il pollice levato. E ancora, sempre in quel giugno di sette anni fa, si scriveva dei tentativi di Rutelli per mettere in piedi un governo ombra, peraltro senza successo (vedi “Corriere della Sera” del 21 e “Il Foglio” del 22 giugno). Sappiamo tutti, poi, come è andata a finire nel quinquennio 2001-2006.
Ma deve far riflettere il fatto che non è cambiato niente in questi anni e immutata rimane la capacità egemonica di Berlusconi nei confronti dell’opposizione(ad eccezione di Di Pietro o di gente con la schiena dritta come Tabacci), oggi ancora più potente vista la composizione dell’attuale Parlamento. Conscio forse dei momenti non facili che si prospettano nei prossimi mesi, il premier sa che avere il voto favorevole del PD su molti provvedimenti potrebbe rappresentare un ottimo investimento per il suo governo. Quando arriveranno i tempi di magra potrà sempre dire: “Come fate a dire che ho governato male se il Partito Democratico ha appoggiato molte delle mie scelte principali?”. Ecco il vero voto utile!
I toni soft e la moderazione rappresentano del resto tutto ciò che Berlusconi si è ben guardato dal mettere in pratica durante i diciotto mesi del governo Prodi (anche in questo caso basta scorrere le rassegne stampa del tempo); ma questo doveva fare se aspirava a tornare prima possibile a Palazzo Chigi. A cui deve ora accompagnare una strategia di abbassamento della temperatura politica. Ecco perchè da subito ritenta di anestetizzare l’opposizione, illudendola di qualche strapuntino nel Consiglio di Amministrazione Rai o, ancora, con l’apprezzamento per lo shadow cabinet. Permettendosi addirittura, senza perdere il suo oramai noto gusto per le facezie, di chiudere il suo discorso di replica in una maniera mai udita alla Camera, ovvero irridendo il leader (?) dello schieramento avversario, attraverso un esplicito riferimento alla perfetta parodia di Crozza: “pacatamente serenamente…..se pò fà”. Ecco perchè, dopo aver anche ascoltato il discorso del Santi Bailor del Partito Democratico, alias WV, non resta che concludere sempre sulla scia di Nando Moriconi, ma con la morte nel cuore per quello che ci attende, “ ammazza che zozzeria”.
Chiamala, se vuoi, opposizione
15 Maggio 2008
1 Commento
1 commento
1 sergio
15 Maggio 2008 - 13:10
Grazie Gianluca. In tutto ciò, l’aspetto più interessante mi pare quello del ruolo di Di Pietro come unica seria e credibile opposizione…Ma a questo punto mi domando: é lui (e solo lui) l’unico riferimento credibile in Parlamento per noi extraparlamentari?
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