Andrea Pubusa
Certo non è facile dire cosa vuole Trump. Viene descritto come un folle perché ha sparigliato, o forse meglio mandato all’aria il contesto internazionale su cui si è poggiata la politica occidentale negli ultimi decenni, tuttavia con un pò di approssimazione e col beneficio del dubbio qualcosa può azzardarsi. Per Trump l’avversario non è la Russia, ma la Cina. L’UE è scroccona, quindi è facilmente regolabile. Stando così le cose, il presidente col ciuffo pensa che staccare la Russia dai cinesi sia il compito per lui primario. La Russia non è un concorrente degli Usa negli scambi, la Cina sì perche’ è anche abile nei rapporti internazionali a livello globale. Trump pensa e non a torto che i gialli stanno soffiando agli States la manifattura e dunque pensa di doverla stoppare per riportare le produzioni a casa e rilanciare l’occupazione. Un compito certo non facile. Di qui i dazi sproporzionati a Pechino. Ma lo dimostra anche il fatto che Xi non si scomponga e risponda per le rime con controdazi forti e con parole moderate, ma ferme. L’osso è duro. In questo contrasto si capisce perche’ Trump non ha neppure chiesto un incontro alla von der Leyen. Per lui non conta. Per di più ha scatenato un attacco forsennato alla Russia, mirando l’obiettivo sbagliato secondo gli Usa. Trump invece pensa di strappsre la Russia alla Cina in modo da poter con Putin affrontare anche altre questioni calde, come quella iraniana. Insomma, Trump ha abbandonsto la vecchia linea di Biden, ossia di sfaldare la Russia, mentre l’UE continua senza gli USA la vecchia strada ormai priva del maggiore ispiratore a stelle e strisce. Una progetto accantonato da chi lo aveva inventato. Si vedrà, ma in questa partita Trump pare più razionale di von del Leyen e compagni. Anche perche’, come mostra la Meloni (che a Washington non ha ottenuto nulla), il fronte europeo è tutt’altro che compatto. La subordinazione agli USA è nel suo DNA e presto si mostrerà in pieno.
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