Andrea Pubusa
Avrete senz’altro saputo della condanna di Turetta all’ergastolo per l’assurdo assassinio della sua ex fidanzata, Giulia Cecchettin, con 75 coltellate. La corte d’assise - come era facilmente prevedibile - lo ha condannato all’ergastolo. E fin qui nulla quaestio, nessuna questione. Ciò che fa discutere è che i gjudici non hanno riconosciuto l’aggravante della crudeltà, e ciò che lascia ancor più perplessi è la motivazione di questa pronuncia: Turetta era inesperto.
Alcuni hanno risposto alle critiche a questo aspetto della decisione, osservando che la condanna non è una vendetta. Ed è vero. Solo negli ordinamenti arcaici o poco civili la condanna è intesa in questo modo. Punire il reo e vendicare le vittime, soddisfare i parenti. Ma qui chi critica non vuole vendetta, chiede anzi che alla base della sentenza ci sia razionalità, ragionevolezza, giustizia. E sono proprio queste che sembrano mancare in questo caso. Certo per criticare una sentenza bisogna conoscere gli atti del giudizio. Ma qui la situazione appare chiara. Turetta ha convinto la ragazza a incontrarlo e si è recato all’appuntamento armato di coltello e con sacchi di plastica per nascondere il cadavere e così ha infierito su di lei con 75 colpi. Ora, qui secondo il buon senso pare si possa individuare la crudeltà, tanto più che la giovane si è recata all’incontro del tutto tranquilla ed inerme. Ciò che stupisce però è la ragione avanzata dai giudici per negare la crudeltà: l’omicida era inesperto. Ma per esserlo cosa occorreva? Che avesse già accoltellato qualcuno? O che avesse pratica nell’uso dei coltelli? Se il giovane, anziche’ studente, fosse stato macellaio o pastore, avrebbe senz’altro ucciso con crudeltà perche’ avrebbe potuto colpire con precisione e quindi con pochi colpi, mentre uno studente, agendo alla rinfusa, non è crudele anche se ne sferra ben 75, perche’ di norma usa la penna o il computer e non il coltello. Sarà, ma questo modo di argomentare non sembra convincente. Per dire questo non occorre essere spinti da alcuno spirito di vendetta.
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