Marine Le Pen, Georgescu e la democrazia occidentale

1 Aprile 2025
1 Commento


Andrea Pubusa

 

Si comprende il clamore intorno alla condanna di Marine Le Pen, per la probabilità di una sua vittoria alle prossime elezioni presidenziali. Un caso più rilevante di quello che ha coinvolto Georgescu in Romania. Mentre in questo caso l’annullamento delle elezioni e la successiva ineleggibilità si fonda su pretese interferenze di uno stato estero (la Russia), su Marine Le Pen è caduta una condanna pronunciata dalla legittima giurisdizione francese, dotata di terzietà e indipendenza. Nel caso di Georgescu si può affermare che l’intervento della magistratura appare discutibie e segno di una democrazia a dir poco imperfetta, mentre per Marine Le Pen la condanna riguarda l’utilizzo improprio di fondi pubblici, veramente grave per chi ambisce ad una carica importante come la presidenza della repubblica francese.
E’ principio di buon senso quello che impone - come fa la nostra Costituzione - che le funzioni pubbliche debbano essere esercitate con “onore e disciplina”, cioè osservando non solo le norme giuridiche, ma anche quelle di opportunità e correttezza istituzionale. Non è dunque condivisibile l’affermazione di chi richiama il principio di presunzione di non colpevolezza fino a sentenza definitiva. Nel caso della Le Pen c’è il rischio di avere un presidente su cui pesa una condanna, anche se ancora non definitiva, per un reato grave. Il buon senso e l’opportunità inducono a ritenere che la Le Pen dovrebbe rinunciare volontariamente alla candidatura anche per il pregiudizio che una sua presenza porterebbe alla sua parte.

Per Georgescu la situazione è più discutibile  anzi è inaccettabile. Per Le Pen c’è un fatto, sono stati erogati fondi UE per Rassemblement national, per Georgescu si è in presenza di sospetti e illazioni. Del resto, su tutte le elezioni nazionali ci sono solitamente giudizi o interventi di governanti di altri stati, che sostengono i candidati loro vicini. Quanto questi endorsement siano decisivi è poco credibile e irrealistico.
In entrambi i casi si pone la questione della indipendenzza delle magistrature: nella Romania il dubbio è lecito, per l Francia non dovrebbe esserlo. Se però - come dice la Le Pen e molti politici, fra i quali alcuni nostri - la sentenza è politica, ossia pilotata, la situazione è ancora più allarmante. Anche in Francia è venuto meno un cardine dello stato di diritto, l’indipendenza della magistratura?

Morale della favola: in Europa non solo scricchiolano i valori della pace  ma anche quelli della democrazia. Due aspetti dello stesso imbarbarimento.

1 commento

Lascia un commento