Andrea Pubusa
Trump, ma anche Putin, dicono che i negoziati di pace vanno avanti positivamente. Il tycoon ostenta ottimismo e dichiara che la fine delle ostilità è vicina. Queste affermazioni, provenienti da entrambe le parti, - confessiamolo - creano un forte sollievo. Non comprendiamo quindi la postura contraria e il fastidio che manifestano la UE, Starmer, Macron e sembra contraddittoria la corsa al riarmo avviata da von der Leyen in contemporanea e come prima reazione all’annuncio dell’avvio concreto di una interlocuzione di pace fra USA e Russia. Ci saremmo aspettati un inserimento entusiastico dell’Europa in questo percorso. Possiamo anche ammettere che Trump sia partito con un atteggiamento esclusivistico, ma questo non giustifica una contrarietà ostentata e una corsa in direzione opposta, verso il riarmo.
Si obietta, da molte parti e dalla quasi totalità dei media nostrani, che la pace di Trump sembra ingiusta, predatoria. Il presidente col ciuffo rivendica terre rare e ora anche le centrali atomiche ucraine. Crea rigetto pensare che l’amico più forte dell’Ucraina pensi a spogliarla dei suoi beni più preziosi, ma Zelensky fin dall’inizio avrebbe dovuto sapere che consegnarsi all’Occidente creava il rischio di allertare non solo i valori migliori di esso, ma anche gli istinti peggiori, la prevaricazione, la rapina e il colonialismo. I vizi storici dell’Europa e degli States. Proprio quanto Trump ostenta oggi sotto forma di risarcimento per gli aiuti finora dati e come garanzia di sicurezza per il futuro. Se l’Ucraina sarà in certo senso, possesso coloniale degli Usa, la ďifesa degli interessi imperiali costituisce lo scudo più sicuro per Ķiev. Non chiacchiere come quelle sull’impossibile creazione a breve dell’esercito comune europeo. Si farà la forza unica europea, ma servirebbe subito, non fra dieci anni, se tutto fila liscio.
E allora ecco l’eterno quesito. Meglio la pace, anche se ingiusta, o la guerra? La ragione dice che oggi è meglio la pace. La guerra continua a distruggere e a troncare vite, a creare lutti e sofferenze, e non si sa dove può buttare. Un conflitto mondiale, una guerra nucleare? No, meglio la pace, anche perche’ le ingiustizie, le storture col ritorno della pace possono sempre aggiustarsi. Nel tempo le cose cambiano e tutti i miglioramenti possono diventare possibili, quasi ovvii. Ma qui ed ora serve la pace. Speriamo dunque che Trump e Putin, per quanto possano non piacere, facciano tacere le armi. Poi si vedrà.
1 commento
1 Aladin
23 Marzo 2025 - 07:27
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