Andrea Pubusa

Dopo tante discussioni, non sempre amichevoli, finalmente la manifestazione di Repubblica e di Michele Serra si è svolta a Roma. Grande successo quanto a partecipazione, 50 mila. Ciò che colpisce però e l’eterogeneità degli obiettivi dei partecipanti. C’è chi vuole il riarmo, c’è, e non sono pochi, chi invece vuole la pace, senza se e senza ma. Poi ci sono tante sfaccettature, chi vuole l’Europa contro la Russia e gli USA, chi contro gli uni, ma non gli altri o viceversa. Insomma, manca un’idea forte comune. Frattanto, si svolge la conferenza dei volenterosi indetta da Starmer, in cui, ad onor del vero, in modo poco credibile e quasi farsesco, si pongono condizioni a Putin per la pace, mentre in questa partita l’UE  non tocca pala, anzi non entra neppure in campo. La verità è che l’Europa non conta perche’ non ha fatto quel che doveva: fare subito, cìò che ora fa Trump, proporre la pace, lavorare per evitare o comporre il conflitto. Ora l’UE fa addirittura peggio. Trump tende la mano a Putin e Starmer, Macron e C. si mettono di traverso, pongono paletti e indicano inderogabili modalità per la cessazione del conflitto. E, per essere credibili, mostrano i muscoli. Minacciano di armarsi, deliberano di stanziare cifre imponenti per riarmarsi. Ciò che però domina il contesto è che Trump e Putin non ci fanno caso. Continuano a trattare fra loro, disinteressandosi degli altri. E decideranno loro come condurre e concludere la vicenda, speriamo bene.
E ora cosa farà il buon Michele Serra? Chi seguirà fra i tanti che erano in piazza del Popolo? È difficile prevederlo. La mancanza di una ispirazione precisa al momento del lancio della manifestazione, mostra tutta la sua debolezza oggi che bisogna decidere che fare. Speriamo bene, per la pace. L’unica strada utile è lavorare perche’ questo dialogo vada a buon fine. Lo ha chiesto anche a Cagliari un sit-in, abbastanza partecipato contro il riarmo e la guerra.