Meloni e il governo attaccano la Cassazione sul risarcimento ad un migrante, mostrando la loro distanza dalla nostra Costituzione.

9 Marzo 2025
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Andrea Pubusa

 

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.



Le sezioni unite della Corte di Cassazione hanno enunciato un principio importante: la compressione dei diritti fondamentali comporta per lo Stato l’obbligo al risarcimento. La presidente del Consiglio, assieme a non pochi ministri, Salvini anzitutto, gridano allo scandalo (”il risarcimento anche ai migranti, clandestini”), mostrando la loro crassa incultura costituzionale e peggio la loro distanza dallo spirito e dal dettato della nostra Legge fondamentale. La Costituzione all’art. 2 tutela i diritti inviolabili della persona. Si badi della persona non solo dei cittadini, ritiene questi diritti innati negli uomini e nelle donne, a prescindere dalla loro nazionalità. Si tratta di una conquista di civiltà fondamentale: la Repubblica riconosce questi diritti come insiti nella persona, non li crea, quindi non può neanche disporne, non può limitarli, deve promuoverli e, ovviamente, tutelarli. In questa materia la Carta non ammette restrizioni. Ecco perche’ la Cassazione ha ritenuto che la violazione della libertà personale dei migranti (art. 13 Cost.), trattenuti indebitamente nella Diciotti, obbliga lo Stato al risarcimento. Il governo urla e si indigna, ma la Cassazione non fa altro che applicare inderogabili principi costituzionali. E per fortuna! La persona di cui parla la Costituzione è anche il migrante, il poveraccio, il nero, il giallo  tutti gli uomini e le donne del mondo. Che grande principio di civiltà! Troppo per questo governo retrivo e incolto.

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