I servi talvolta vogliono far capire che non lo sono e si fanno male da sé

26 Febbraio 2025
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Andrea Pubusa

I servi talora vogliono lasciare intendere di non esserlo. Un esempio? Così fanno oggi i governanti europei e la UE con gli USA di Trump in relazione all guerra in Ucraina. Il presidente amricano prende contatti con Putin per concludere un accordo di pace e gli europei che fanno? Si mettono di traverso o almeno così vogliono far credere. E infatti deliberano nuove sanzioni contro la Russia e prospettano l’invio di soldati in Ucraina, anche se - bontà loro!, precisano - dopo aver concluso la pace e per garantirla. E così sentiamo Keir Starmer, laburista, proporre di aumentare le spese militari, seguito da Macron e da altri con in testa la Von der Leyen . Ma non c’è altra strada in luogo della ridicola postura bellicista? E con chi la ipotizzano la guerra se gli USA decidono con la Russia la pace?
In effetti la UE una alternativa ce l’ha, basta tornare al pensiero dei padri fondatori, che hanno voluto l’unione europea proprio per far cessare le guerre che per secoli hanno insaguinato il Vecchio Continente. Basta leggere il Manifesto di Ventotene, scritto da Spinelli, Rossi e Colorni durante il confino, che propugna ideali di unificazione dell’Europa in senso federale, basandosi sui concetti di pace e libertà di matrice kantiana e sulla teoria istituzionale del federalismo propugnata da Hamilton. Il valore del Manifesto di Ventotene risiede nel fatto di individuare con chiarezza, contro i vecchi nazionalismi, un’Europa libera e unita, volta a far riprendere immediatamente in pieno il processo storico democratico contro la disuguaglianza e i privilegi sociali per l’emancipazione delle classi lavoratrici e la realizzazione per esse di condizioni più umane di vita. Tutto il contrario di quanto si va facendo oggi con una spinta iperliberista e bellicista. Ci si interroga sulla decadenza delle forze socialdemocratiche, la cui risposta è ben visibile se si pensa che il primo ministro laburista inglese, come del resto Scholz, è per l’incremento delle spese militari, in contraddizione con la storia dei partiti del lavoro.
Ma anche senza richiamare i sacri principi, pragmaticamente, quale vantaggio ha l’Europa dalla guerra in Ucraina e dal mantenimento della rottura con Mosca? Paga quattro volte in più il gas e così mette in crisi le economie continentali, lancia sanzioni che fanno danno anzitutto a se stessi. Se pensiamo che ai vertici del Gasprom c’era l’ex presidente della Germania, ci rendiamo conto della stoltezza dei dirigenti tedeschi nella rottura con Mosca. Ma questa ha invaso l’Ucraina, si obietta, in violazione del diritto internazionale; si dimentica, tuttavia, che prima non si è fatto quanto necessario per prevenire il conflitto. Comunque oggi la UE dovrebbe gioire perché si prospetta la cessazione delle ostilità, e invece sembra dispiaciuta  contrariata. E’ proprio vero che gli stolti si fanno del male da se stessi e non vedono i rimedi alle loro disgrazie. La crisi tedesca e delle altre economie europee ne è una prova manifesta. Cosa ci vuole ancora per cambiare strada e imboccare la via della pace?

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