Caso Todde, tanto rumore per nulla

18 Febbraio 2025
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Andrea Pubusa

Vogliamo squarciare il velo della propaganda e del politicantesimo? Si chiede dalla destra la rimozione o la decadenza della Todde per fatti che non investono la sua dignità e la sua onorabilità. Si pretendono dimissioni senza nessuna contestazione sostanziale. E alzano la voce quegli stessi che tacciono di fronte ad una mimistra che è addirittura rinviata a giudizio per frode all’INPS, un ente di stato. Beninteso, qui non si vuole negare od omettere il principio costituzionale di presunzione d’innocenza. Se la ministra è colpevole o non, lo diranno i giudici. Ma per mantenere una carica pibblica occorre, parola della Carta, onestà e disciplina, talche’ la incompatibiltà nasce, pur senza illeciti penali, quando si sono posti in essere comportamenti contrastanti col comune senso civico e morale. Tanti anni fa si dimise in Inghilterra un ministro che aveva una relazione extraconiugale con la sua segretaria, destando una vasta eco mediatica. 

Per la Todde, grazie a Dio, la contestazione rigusrda solo irregolarità rispetto ad una disciplina di dubbia applicazione alla presidente della regione e senza alcun rilievo sostanziale. In un ambiente politico sano tutti dovremmo gioire di avere un presidente specchiato, ferma restando la libertà di un giudizio critico sulla sua azione politica e amministrativa.

Qualcuno ritiene dirimente il fatto che la decadenza sia stata enunciata in un provedimento di una organo di vigilanza di cui fanno parte dei magistrati  ma si omette di dire che lo compongono anche soggetti che non lo sono. Si tratta, dunque, di un organo amministrativo non giudiziario, le cui decisioni possono essere non condivise dal Consiglio regionale, che è un organo parlamentare. Purtroppo il rango costituzionale dell’assemblea regionale non è compreso neppure dai suoi membri, che diversamente avrebbero chiuso il procedimento e il caso con una delibera, fermo restando il potere di rimozione in capo sl Presidente dello stato, ma solo per reiterate e gravi violazioni di legge, come prescrive lo statuto speciale.

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