Caso Todde, conflitto di attribuzione tra Stato e Regione?

15 Febbraio 2025
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 Andrea Pubusa

 

Nella prossima seduta del Consiglio regionale, il 18 marzo, verrà discussa una mozione volta a sollevare un conflitto di attribuzione tra Stato e Regione in merito all’ordinanza di decadenza della presidente Alessandra Todde, emessa dal Collegio elettorale della Corte d’Appello di Cagliari. La mozione verrà  firmata da tutti i capigruppo della maggioranza e riguarderà l’applicabilità in Sardegna della legge 515 del 1993, norma su cui il collegio elettorale ha basato la propria decisione. Quest’ultima si riferisce alle contestazioni mosse alla presidente Todde riguardo al rendiconto delle spese elettorali sostenute per le elezioni di febbraio 2024. Questo ricorso costituisce una strada parallela all’azione già intrapresa dalla presidente Todde presso il tribunale civile. In questa sede, Todde ha impugnato sia la sanzione pecuniaria di 40mila euro che la decisione di decadenza, con l’udienza fissata per il 20 marzo.
La nuova iniziativa suscita qualche perplessità perché chiede alla Corte costituzionale di pronunciarsi su una questione che lo stesso Consiglio regionale può decidere quando, a conclusione del procedimento, delibererà sulla declaratoria di decadenza enunciata dal Collegio regionale di garanzia. In quella sede l’Assemblea regionale ben può ritenere che la legge n. 515 non trovi applicazione in ordine ai presidenti di regione direttamente eletti dal corpo elettorale (come è la Todde) in quanto questa fattispecie non è prevista nella legge, che si riferisce solo ai consiglieri. Si tenga conto, fra l’altro, che trattandosi di una sanzione, la previsione dev’essere espressa e che non si può invocare l’analogia anche perché il caso della Todde è differente dalla richiesta di decadenza di un semplice consigliere. La decadenza del Presidente comporta infatti lo scioglimento di tutti gli organi regionali e nuove elezioni, mentre la decadenza di un consigliere determina soltanto il subentro del primo dei non eletti. Nel caso in cui il Consiglio disattenda la richiesta del Collegio di garanzia il procedimento potrebbe non chiudersi. Rimane al governo, sentita la Commissione parlamentare per gli affari regionali, la facoltà di chiedere al Presidente della Repubblica di rimuovere la presidente e di sciogliere il Consiglio. Tuttavia, per far questo occorre che il Capo dello Stato ritenga la Todde responsabile di reiterate e gravi violazioni di legge, come richiede l’art. 50 dello Statuto speciale. E qui mi pare che siamo in presena di semplici irregolarità senza alcuna violazione sostanziale dello spirito della l. n. 515, volta ad impedire che finanziamenti occulti o illeciti possano distorcere l’esito delle elezioni.

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