L’accoglienza non era una truffa. Si chiude sei anni dopo il suo clamoroso arresto il processo a Mimmo Lucano, sindaco di Riace ed europarlamentare per Avs, che oggi ha visto confermare in Cassazione l’assoluzione pronunciata dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria. Respinto anche il ricorso della difesa, che chiedeva l’annullamento della sentenza per un falso relativo a una determina per un concerto, per la quale era stato condannato a un anno e mezzo, pena sospesa. Crolla dunque, in modo clamoroso e definitivo, l’impianto accusatorio della Procura di Locri, che aveva ottenuto i domiciliari per “Mimmo il Curdo” ipotizzando una truffa milionaria sulle spalle dei migranti. Nulla di tutto ciò: tutti i reati relativi all’accoglienza sono stati cestinati. Di fatto confermando la tesi dei giudici d’appello, secondo cui non esisteva alcuna associazione a delinquere (la procura generale, sul punto, non aveva nemmeno impugnato l’assoluzione), nessuna truffa e nessun arricchimento personale. E non esiste nemmeno quel profilo di Lucano tratteggiato dal Tribunale di Locri - che lo aveva condannato a 13 anni e due mesi -, così malefico da non meritare nemmeno le attenuanti generiche perché incensurato. Lucano oggi era in Cassazione con il suo avvocato Andrea Daqua. Assenti, invece, gli esponenti del partito che lo ha voluto in Europarlamento.