Andrea Pubusa
Sulla stampa isolana si leggono spesso dichiarazioni stupefacenti. Era prevedibile e prevista - dicono i Pratobello24 con malcelata soddisfazione - l’impugnazione da parte del governo della legge sarda sulle aree idonee all’installazione di pale eoliche ed impianti fotovoltaici. Non è fondata sull’art. 3 St. spec., sulla potestà in materia urbanistica e verrà annullata. Nessuna preoccupazione - aggiungono - c’è pronta la proposta di legge popolare c.d. Pratobello 24, sorretta da ben 210 mila elettori sardi. È fondata esplicitamente sull’art. 3 citato e, dunque, è a prova di bomba. Sarà immune da attacchi del governo ed esente da annullamenti della Consulta. Si chiede pertanto alla Todde di sostenerla.
Ora in questo ragionamento ci sono varie imprecisioni. La prima, nelle leggi vale solo ciò che ha effetto precettivo. Quindi se una legge è espressione di una potestà o di un’altra dipende dal suo contenuto non dalle dichiarazioni, prive di effetti e espressione di cattiva tecnica legislativa - sulla competenza ch’essa enuncia. Quindi il fatto che in proposito nulla o poco dica la legge sulle aree idonee non ha alcun rilievo. Ciò che conta è se la sua disciplina88 verta o no sulla materia urbanistica. Ma se anche riguardasse l’urbanistica ben potrebbe essere impugnata, perche’ i vincoli internazionali permangono. Il quesito è se la legge regionale sia in linea o no con le prescrizioni UE sulla transizione ecologica. Ed ancora come interferisce su paesaggio e ambiente, dove c’è anche competenza statale. Le certezze dei Pratobello 24 sono encomiabili, ma fantasiose o ottimistiche. Come sono ottimistiche le speranze di futura unità dei sardi. Dopo quanto è accaduto in questi mesi, la prospettiva più probabile è la divisione. Niente di nuovo sotto il cielo. I sardi si fanno, da che mondo è mondo, male da sè.
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