Non si arresta il nostro impegno contro l’Autonomia differenziata

5 Febbraio 2025
Nessun commento


Il 20 gennaio 2025 la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo riguardante la Legge 86 del 2024 di attuazione dell’autonomia differenziata richiesto da un amplissimo schieramento politico e sostenuto dalla firma di circa 1.300.000 elettori.

Non nascondiamo la delusione per questa decisione che appare basata su motivazioni deboli, come illustrate dal nuovo Presidente Giovanni Amoroso nella conferenza stampa del 21 gennaio e per di più contraddice la sentenza della Cassazione che aveva riscritto il quesito referendario inglobando la precedente sentenza della Consulta 192/24. Appare paradossale che la Consulta per “non compromettere la possibilità di una scelta consapevole da parte dell’elettore” abbia bocciato il referendum sottraendo agli elettori la possibilità di decidere sulla materia.

Dobbiamo rilevare che la campagna politica portata avanti con tenacia dal Coordinamento per la Democrazia costituzionale ha conseguito un risultato importante spingendo le Regioni Puglia, Toscana, Sardegna e Campania a contestare la costituzionalità della legge Calderoli, provocando così l’intervento tempestivo della Corte costituzionale.

La Consulta, con la sentenza n.192/2004 ha sostanzialmente demolito assi portanti del progetto leghista volto a utilizzare l’improvvida riforma dell’art. 116 della Costituzione come un grimaldello per scardinare l’ordinamento della Repubblica ed i principi supremi di eguaglianza e indivisibilità.

Ciononostante è elevato il rischio che il progetto dell’Autonomia differenziata, seppure ridimensionato, venga portato avanti lo stesso, come confermano dichiarazioni del governo. Non abbiamo assicurazioni che il Governo rispetterà l’interpretazione costituzionalmente orientata delle norme non abrogate della L.86, mentre proseguono i negoziati per definire delle intese sulle materie non Lep.

L’approvazione di tali eventuali intese non potrebbe essere sottoposta a referendum poichè la giurisprudenza costituzionale non consente il referendum abrogativo per le leggi approvate con procedura rafforzata.

Per questi motivi occorre rilanciare la mobilitazione popolare contro il progetto di autonomia differenziata e rivendicare il diritto del popolo sovrano di decidere su un tema cruciale per il futuro.

E’ necessario accendere un faro di controllo, informazione, denuncia e mobilitazione contro i tentativi del governo di forzare la sentenza della Corte. Allo stesso tempo auspichiamo che le forze contrarie al progetto dell’autonomia differenziata e alla legge Calderoli rappresentate in Parlamento assumano tutte le iniziative possibili e necessarie, anche di proposta legislativa di revisione costituzionale del titolo V, coerenti con lo spirito e la lettera dell’articolo 5 Cost. che “riconosce e promuove le autonomie locali” a partire dal principio che la repubblica è una e indivisibile.

Con l’inammissibilità cessano le operazioni referendarie, il movimento referendario deve essere pronto a proporre una nuova richiesta di referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata.

La pendenza di una nuova richiesta di referendum potrebbe costituire uno stimolo per una correzione legislativa secondo le indicazioni della 192 ed un ostacolo politico alla definizione delle intese in corso di negoziazione.

La recente sentenza della Consulta non chiude la partita né a livello istituzionale, né tantomeno a livello sociale.

 

Roma, 3 febbraio 2025

 

0 commenti

  • Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.

Lascia un commento