Andrea Pubusa
Il governo ha dunque impugnato davanti alla Corte costituzionale le legge regionale sulle aree idonee. Non c’è da meravigliarsi. L’esecutivo rimane sulla scia di una tradizione sedimentata degli organi centrali volto alla compressione dell’autonomia regionale. La questione è resa possibile da un sistema costituzionale barocco, che intreccia la potestà legislativa regionale con quella nazionale, con la conseguenza di rendere oscuro il confine fra le due sfere di competenza. Tutto questo pregiudica l’autonomia regionale e la espone alle incursioni governative e alle connesse incertezze sulla validità delle legge regionali.
Sorprende tuttavia che soggetti che, pur rivendicano rumorosamente la volontà di tutelare il territorio isolano, mostrino soddisfazione per l’iniziativa del governo contro la disciplina che dichiara inidoneo oltre il 90% del territtorio della Sardegna. Son convinti i nostri eroi che, se venisse approvata la legge c.d. Pratobello, il governo non farebbe altrettanto contro questo testo? Si illudono che sia sufficiente un richiamo esplicito alla potestà regionale in materia urbanistica per scansare l’impugnazione? Sanno sicuramente che - come già detto - l’intreccio delle funzioni preclude l’esistenza di argini sicuri all’invadenza statale. Anche lì paesaggio, l’ambiente, la libertà d’iniziativa economica, sono aspetti in cui l’esecutivo può imbrigliare l’iniziativa sarda.
Comunque, niente di nuovo, è una caratteristica dei sardi di farsi male da sè. Purtroppo.
Lasciano perplessi comunque alcuni dei motivi addotti nell’impugnazione. Ad esempio, il governo dice che la legge sarda viola la libertà d’iniziativa economica. Omette però di ricordare che l’iniziativa economica è libera, ma “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale” (art. 41 Cost.). E inquinare con le pale il suolo regionale contrasta sicuramente con l’utilità della comumità sarda. Anche del principio di eguaglianza l’esecutivo dà un’interpretazione superficiale, il principio di eguaglianza impone, com’è noto, trattamenti uguali per situazioni uguali e trattamenti diversi per situazioni diverse. Il che rende poco sicura la sua violzione in una legge che si attaglia ad una situazione regionale caratterizzata da una capillare sistenza di monumenti diffusi come sono i nuraghi in Sardegna. Del resto, il principio di autonomia postula discipline differenti in relazione alle peculiarità locali.
Staremo a vedere. Certo è che la gioia di una parte dei sardi per l’impugnazione del governo è dolorosa. Fortza paris è uno slogan tanto gridato quanto negletto.
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