Lucia Chessa - Rossomori
Dopo che il procedimento di decadenza di Alessandra Todde (aperto da una commissione nella quale siedono Presidenti di Corte d’Appello, Presidenti di Tribunali dei Minori, giuristi, esperti di contabilità) è stato respinto da Giuseppe Conte, Ettore Licheri ed Elly Schlein, la Presidente è tornata serenamente al suo lavoro.
Sulla base del suggerimento dell’avv. Conte di una richiesta di danni ai membri della commissione, dopo l’intervento tranchant di Licheri si è auto dichiarata assolutamente legittimata a procede e, con la sua maggioranza, a quanto, pare lavora allo studio di un’altra riforma sanitaria che, per altro, lungo tutta la campagna elettorale, aveva dichiarato di non voler fare.
Al tempo pareva “occorresse far funzionare l’esistente” poiché, il sistema sanitario sardo non poteva sopportare una riforma ogni 5 anni.
Sarà per questo che quella di oggi non la chiamano riforma ma riordino.
Ma davvero, con le parole si possono fare miracoli.
Comunque, per tornare al noi, io ho veramente smesso di parlare di decadenza.
Credo di aver avuto una specie di crisi di rigetto, perché ho trovato che, a questo giro, il dibattito, in Sardegna, avesse toccato i livelli più bassi di sempre: articoli di Marco Travaglio sventolati come fossero sentenze della Corte Costituzionale; argomentazioni sparse fondate sul fatto che la legge, benché vigente sia “vecchia”, (e quindi?); presunte inapplicabilità perché gli effetti della sua applicazione sarebbero abnormi, richieste di soluzioni politiche condivise. Con il presupposto, evidentemente, che laddove il diritto sia severo e rigoroso, la politica possa essere cedevole e indulgente.
Io, ho smesso di parlarne perché davanti allo spettacolo delle contorsioni di pensiero, dei salti mortali difensivi, delle sparate partigiane mi è venuta una specie di orticaria. Ma, del resto, non è mica urgente che ne parli io.
Sulla decadenza decideranno i giudici e decideranno anche, spero, sulle dichiarazioni contraddittorie della presidente: quelle rese alla Commissione, che infatti ha trasmesso tutto alla Procura e quelle da lei medesima diffuse a mezzo stampa. Dove “ho speso/non ho speso” sembrano annullarsi a vicenda lasciando dubbi sostanziali sulla tenuta logica di tutta la faccenda.
Noi aspettiamo. Si vedrà se questa legislatura potrà o meno continuare, si vedrà se e come si potrebbe gestire la decadenza di un presidente alla luce di norme inadeguate, come evidentemente, e per conseguenza logica, sono inadeguati i legislatori.
Dopo aver deciso di mettere in legge il principio del “sumul stabunt, simul cadent”, avevano una quindicina d’anni di tempo, se volevano, per adeguare anche la legge sulla decadenza di chi non rispetta le norme sulla trasparenza dei finanziamenti delle campagne elettorali. Non lo hanno fatto.
E del resto, viene spontaneo chiedersi perché mai, entrare in Consiglio in virtù del premio di maggioranza attribuito alla Presidente sembri normale, uscire dal consiglio per un fatto riguardante la Presidente sembri abnorme.
Comunque una cosa è certa. Il primo anno di questa maggioranza non mi sembra granché, nonostante la montagna di soldi a disposizione, quelli ereditati da Solinas e quelli arrivati freschi freschi. A parte la contestatissima legge sulla produzione di energie rinnovabili, che ha opposto il palazzo al popolo sardo con una durezza senza precedenti, non mi sembra sia stato prodotto niente di notevole. Non miglioramenti sul piano del diritto alla salute e alla sanità, non interventi significativi sulle numerosissime crisi che ci investono impetuose e devastanti. Solo ordinaria amministrazione, scivoloni clamorosi, annunci e marce indietro. E per il futuro, si può capire che l’incertezza non sia proprio una buona base per un buongoverno.
Certo è che, in compenso , siamo stati investiti da una pioggia fitta fitta di contratti quinquennali di consulenza per numerosissimi “esperti” strapagati e “selezionati” dalla presidente attraverso incarichi fiduciari su cui ora indaga la Corte dei Conti, anche se la notizia, apparsa sul Fatto Quotidiano, mi pare sia stata sventolata meno. A proposito, in caso di decadenza, che destino avrebbero quei contratti quinquennali? Chi sa.
Io comunque aspetterò, non entrerò mai, come del resto ho fatto finora, sul piano del discorso giuridico che non mi compete. Aspetterò sperando che una pronuncia, qualunque sia, non arrivi tra 4 anni e sperando che il gioco non sia a differire perché, questo si, equivarrebbe a prendersi gioco dei Sardi e della Sardegna.
Mi permetto però di fare solo una riflessione di carattere politico: in un mondo normale, in una dimensione di dignità diversa, in un orizzonte morale di onestà e rispetto di tutti, questo consiglio regionale avrebbe dovuto subito approvare una nuova legge elettorale finalmente democratica, abolire la vergognosa legge del 2013 e dimettersi. Dando la parola al voto dei sardi. Ma questo solo secondo me-
1 commento
1 Aladin
29 Gennaio 2025 - 08:31
Anche su aladinpensiero online: https://www.aladinpensiero.it/?p=161404
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