Rosamaria Maggio
In questi giorni festivi, investiti dalla valanga politica regionale sul caso Todde, ho ricevuto telefonate e messaggi di auguri, accompagnati, in ragione della mia pregressa docenza in materie giuridiche negli istituti superiori, da una richiesta di molti amici circa il mio punto di vista sulla questione della eventuale decadenza della Presidente, e quindi del Consiglio regionale.
Provo a dare risposta, anche incoraggiata dalla pluralità di posizioni contrastanti che circolano anche fra esperti.
Preliminarmente, osservo che la Presidente non è stata dichiarata decaduta, contrariamente a cio’ che si legge e sente nei servizi giornalistici, per il semplice motivo che il Collegio non puo’ dichiarare la decadenza, che semmai deve essere votata dal Consiglio regionale.
Esaminati i 7 punti di detto provvedimento, rilevo che nessuno di questi può comportare la decadenza del Consigliere-Presidente, in quanto la legge indica tassativamente i due casi che comportano la decadenza. Negli altri casi di violazione della legge, può applicarsi una sanzione pecuniaria, cosa che peraltro ha fatto il collegio.
L’art 15 della legge 515/93 indica tassativamente i due casi di decadenza che sono la mancata presentazione da parte del candidato della dichiarazione di cui all’art. 7 della medesima legge (contenente la dichiarazione dei redditi, le spese sostenute, gli immobili posseduti, ecc. come previsto dal richiamato art.2 della l. 441/82) o il superamento dei limiti massimi di spesa consentiti.
Questo secondo punto non è stato contestato.
Quanto al primo la tassatività della norma collega la decadenza alla mancata presentazione della dichiarazione, non alla presentazione di una dichiarazione che il Collegio consideri irregolare.
Quindi nel caso di specie, a mio avviso, non si sarebbero concretizzate le due ipotesi di decadenza.
Si tratterebbe di eventuali irregolarità sanzionabili con pena pecuniaria.
Ma anche su questo possono farsi alcune osservazioni.
Il Collegio contesta alla Presidente di non aver nominato un mandatario alle spese, di non aver aperto un conto corrente dedicato, di non aver fatto asseverare il rendiconto da un mandatario (non nominato), di non aver prodotto l’estratto conto bancario con i nominativi dei donanti e le donazioni Paypal.
La Presidente in relazione a queste ulteriori contestazioni che, si ripete, possono solo dar adito a sanzioni pecuniarie, sostiene di non aver ricevuto e voluto ricevere donazioni, di aver effettuato solo spese personali con suoi fondi e che sia stato il Comitato di partito a sostenere le spese della campagna elettorale per i candidati.
Se così fosse, l’impianto collegiale verrebbe meno rovinosamente.
In ogni caso la Presidente ha annunciato ricorsi nelle sedi opportune, fiducia nella magistratura, sia che prevalga la tesi principale (secondo cui non era tenuta a nominare un mandatario posto che non ha voluto donazioni per la sua campagna elettorale), o la subordinata, e cioè che le contestazioni, seppur valide sul piano interpretativo, potrebbero comportare solo sanzioni pecuniarie.
Non entro nell’analisi politica, ma qui posso dire che trovo inquietante tutta l’operazione.
2 commenti
1 Aladin
8 Gennaio 2025 - 08:36
Anche su aladinpensiero online: https://www.aladinpensiero.it/?p=160701
2 Franco Meloni
8 Gennaio 2025 - 08:41
Buon senso e ragionevolezza sorretti dal diritto. Concordo e ringrazio Rosa.
Saludos
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