Andrea Pubusa
L’ordinanza della Commissione di garanzia elettorale rimette gli atti “al Presidente del Consiglio Regionale per quanto di sua competenza in ordine all’adozione del provvedimento di decadenza di Alessandra Todde dalla carica di presidente della Regione Sardegna“. Come si vede, la Commisione non chiede che il Consiglio regionale disponga la decadenza della presidente Todde, ma solo che deliberi “in ordine all’adozione del provvedimento di decadenza“. Ora questo inciso è stato oggetto di varie interpretazioni dei media e dai politici. La prima, ormai superata, secondo cui la Commissione avrebbe disposto direttamente la decadenza. La seconda che occorra una delibera del Consiglio regionale, e su questo si è tutti d’accordo perché lo dice la legge e lo chiede la stessa Commissione. Ma quali poteri ha il Consiglio? Può non dichiarare la decadenza della presidente? il dubbio sul punto traspare nella stessa ordinanza della Commissione proprio perché nel dispositivo non chiede al Consiglio di disporre tout court la decadenza della Todde, ma più semplicemente di deliberare in ordine ad essa, ossia di dibattere e adottare un provvedimento sulla questione. In esso può anche non ritenere sussistenti i motivi per disporre la decadenza? La questione è connessa alla natura del Consiglio regionale e del presidente della Regione. Lo Statuto sardo, che è legge costituzionale, rimette al Presidente della Repubblica lo scioglimento del Consiglio regionale e la rimozione del Presidente della Regione e specifica anche i casi: per il presidente violazione della Costituzione, reiterate e gravi violazioni di legge. Il fatto che lo Statuto sardo rimetta al Capo dello Stato lo scioglimento è conseguenza del carattere parlamentare dell’assemblea regionale, natura che molti non sanno o non ricordano, riducendo erroneamente questo organo ad una sorta di consiglio comunale. Questa sua natura lo rende libero di deliberare nei limiti stabiliti dalla Costituzione, che non vincola il Consiglio alle decisioni di organi amministrativi, quale è la Commissione regionale di vigilanza.
La Commissione avrebbe potuto chiedere la pronuncia sulla decadenza della Todde da consigliere regionale? Si potrebbe obiettare, fra l’altro, che la dichiarazione di decadenza dal Consiglio comporta conseguentemente anche la decadenza dalla carica di Presidente. E torniamo alle considerazioni precedenti. Il presidente non dimissionario dovrebbe sempre essere rimosso dal Quirinale nelle ipotesi previste dallo Statuto, che nel caso nostro non sussistono. Manca la reiterazione della violazione, ed esula anche la gravità. Se non si vuol fare propaganda, deve ammettersi che, non essendoci violazione sostanziale della legge, il comportamento della Todde deve essere ricondotto a una superficialità dei suoi collaboratori nell’adempimento degli obblighi di rendicontazione delle entrate e delle spese elettorali. Non sono contestati finanziamenti illeciti nè spese indebite. Il caso comprensibilmente ha suscitato clamore, ma nella sostanza è una violazione bagatellare. Nel merito poi rimando all’articolo puntuale di Rosamaria Maggio di ieri, che dimostra come nel caso della Todde non sussistano neppure violazioni della legge, che giustifichino la decadenza.
Vedremo gli sviluppi.
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