Nell’anno terzo dell’era Meloni…

4 Gennaio 2025
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Nell’anno terzo dell’era Meloni

non solo rospi e delusioni        

delle vittorie bisogna gioire,

serve al morale per ripartire,        

che l’autonomia l’abbiamo affossata

allorchè la Consulta si è pronunciata.    

La Repubblica è una, non si può spezzare,

ma all’uguaglianza si deve puntare,

Calderoli e Cassese, che brutta figura,

per noi una boccata di aria pura.

Il resto son cavoli acidi assai

color nero pece che non cambia mai.           

La democrazia è ormai superata

col braccio alzato tutti in parata,

lo sciopero è lo sfizio dei lavoratori

che a precettarli si levano i cori;

se sei studente e vuoi protestare

il manganello dovrai assaggiare,

se sei un giudice ligio alla legge

non hai capito che ti vogliono gregge

han messo Nordio a far voce grossa       

e tu sei per sempre una toga rossa.                     

Dallo scranno più alto di questo governo,

in un clima gelido di pieno inverno,

tutta faccette e occhi di strega

amica di Musk e del motosega,

Giorgia si sdegna, s’intigna e inveisce

per l’opposizione che non la capisce          

mentre in Europa ha tutt’altra postura

serena e pacata  per ogni sventura

dei poteri forti alla fin della fiera

resta pur sempre una cameriera.

Treni sempre in ritardo o cancellati

conta essere assolto da tutti i reati                           

e Salvini sogna ma gli butta male

l’agognato ritorno al Viminale.

La farsa assurda dell’Albania

è un parto perverso di fantasia

che Giorgia rivendica verde di bile

milioni al vento per farci un canile.

Gli infortuni mortali in grande aumento

il lavoro insicuro non porta sgomento

a chi vede il profitto come unico scopo

e della prevenzione si prende gioco,

poi tra una frana e un’alluvione

non c’è più fine alla devastazione

del territorio e dell’ambiente

insieme alle vite di tanta gente.

Intanto a Milano ci pensa Sala,

un bel grattacelo accanto alla Scala,           

e come misure anti-inquinamento

stop sigarette e largo al cemento!         

La guerra mondiale a pezzi infine c’è stata

e chi aveva il potere non l’ha contrastata,

il mondo tutto si indigna ma tace

le grandi potenze non vogliono la pace.

Il genocidio non è più reato

Netanyahu lo compie indisturbato

e quando il Papa il suo grido leva,

gli dicon stai zitto, chi se ne frega,

non vorrai mica passare da antisemita                    

pensa alla chiesa e stai su con la vita.

Chi povero era lo è sempre di più

e solo esser ricchi e una virtù,

ricerca, cultura e istruzione,

vengono tagliati senza ragione        

per la sanità son pianti e lamenti

i fondi li spostano sugli armamenti.

L’augurio migliore è portare pazienza   

e che sia un altro anno di RESISTENZA!

Buon 2025!!!

 

Cinzia Niccolai

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