Andrea Pubusa
C’è poco o niente da dire che il mondo non sappia. E non ci sono ansie e dolori che non siano di tutte le persone che mantengono un pò di umanità. Stringe il cuore vedere a Natale i lavoratori di P. Vesme presidiare i cancelli della loro fabbrica e chiedere che venga assicurata la prosecuzione della produzione. E vengono i brividi a pensare all’incapacità del governo a intervenire efficacemente. E ciò non solo per inettitudine propria ma perche’ ormai lo stato italiano, al pari di tutti gli altri in occidente, ha abidicato al suo compito di intervenire in economia. Comandano i padroni senza alcun limite o temperamento. E l’iperliberismo, bellezze! E così se fino agli anni ‘70 del novecento lo stato poteva programmare e disporre, ora non può dire o far nulla. I lavoratori son soli ad affrontare l’urto terribile. I sindacati possono poco anche loro, dopo la scomparsa dei grandi partiti di massa, dopo l’autoscioglimento del PCI e anche della DC, che aveva anch’essa una componente sociale, che non trascurava la sua base popolare. Ora questo argine non c’è più, praterie si aprono davanti ai padroni e al potere finanziario, che domina incontrastato. Licenziamenti, delocalizzazioni vengono disposti arrogantemente e senza preavviso. Ñon c’è natale che tenga! Tutto viene deciso ìmpersonalmente e spietatamente. L’altro giorno a P. Vesme un lavoratore davanti alla telecamera ha detto: “ho avuto un figlio, confidando sul mio posto di lavoro, ora come gli darò da mangiare?”. Un dramma, insieme ai tanti altri di chi, già in età matura, ha poche alternative.
Ma se qui siamo al dramma che dire di Gaza e dintorni? Bombardamenti indiscriminati. Ospedali e scuole distrutti. Morti a migliaia, donne, vecchi e bambini inclusi. I bambini muoiono anche di fame e di freddo, non solo per le bombe. E non serve certo discettare sulla natura di questa azione militare di Israele: è genocidio o no? Che sia criminsle e inumano è indiscutibile ed è sufficiente per farci gridare basta! Ma anche qui, chi può fermare un governo che non rispetta il diritto internazionale, viola le decisioni dell’ONU, non ascolta le invocazioni di Francesco che richiama al rispetto dei più elementari sentimenti di umanità. Certo, è stato criminale anche l’attacco di Hamas del 7 ottobre, ma ogni reazione dev’essere proporzionata all’azione, e qui la sproporzione è stratosferica e, fra l’altro, crea in tutto il mondo una condanna di Israele, che, essendo uno stato, deve avere condotte ben differenti da quelle di gruppi armati o terroristici. E anche qui non sono giustificabili gli stati che armano Israele, mentre predicano fittiziamente la pace. Basta bloccare i fananziamenti e l’invio massiccio di armi per far cessare i massacri.
Mentre in medioriente è difficile vedeŕ svolte, qualcosa sembra muoversi in Ucraina. Trump ha detto che quella guerra deve finire ossia che non dà soldi e armi. Zelensky si dichiara disponibile a trattare e Putin dice la stessa cosa. Essendo una guerra per interposta persona, chissà può darsi che finisca. Può darsi che anche la UE smetta di farsi del male al sercvizio di USA e NATO. Speriamo, ma non è detto. Non ci rimane che far sentire la nostra voce più forte. In fin dei conti, se il 2025 sarà migliore dell’orribile 2024, dipende anche e sopratutto dalla nostra mobilitazione per la pace, il lavoro e la democrazia.
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1 admin
28 Dicembre 2024 - 09:20
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