Nel 2009 circa 300.000 posti di lavoro in meno

26 Luglio 2009
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a cura dell’Isae

Mentre Berlusconi cerca di convincere gli italiani che la crisi è solo nella testa della gente, un fatto psicologico indotto da giornalisti malevoli e irrespondabili, l’economia và a picco. A farne le spese sono i lavoratori, che perdono il lavoro, unica fonte per il sostentamento loro e delle loro famiglie. Le speranze, ahinoi!, non sono rosee, come ci dice l’Isae nel rapporto di cui si riporta una sintesi.

Nel 2009 il numero di persone occupate dovrebbe flettere dell’1,3% cioé circa 300.000 posti di lavoro in meno. Lo prevede l’Isae ipotizzando per quest’anno un tasso di disoccupazione al 7,9% e al 9,3% nel 2010 (dal 6,7% del 2008).
L’istituto di analisi del Tesoro segnala anche “l’attenuazione della caduta produttiva” in Italia ipotizzando “un punto di svolta per l’economia italiana tra l’estate e l’autunno”. Durante la presentazione sul rapporto sulle previsioni dell’economia l’istituto indica quindi che “la fase peggiore del ciclo dovrebbe essere stata superata anche in Italia. L’avvio della ripresa avverrà tuttavia con molta gradualità evidenziandosi nelle cifre medie annue solo a partire dal 2010″.
Il Pil si contrarrà quest’anno del 5,3% (-5,2% in termini grezzi) mentre l’anno prossimo si prevede una crescita dello 0,2% (+0,3% senza l’aggiustamento per gli effetti del calendario. E’ l’aggiornamento delle previsioni dell’Isae contenuto nell’ultimo rapporto di previsioni per l’economia italiana. Le cifre sono in linea con quelle contenute nell’ultimo Dpef del governo. Tra le diverse componenti della domanda Isae segnala un calo del 2,2% dei consumi quest’anno (+0,1% nel 2010) e un calo a due cifre delle spese per investimenti (-11,2%) e per l’export (-18,5%) che risente del “drastico ripiegamento del commercio internazionale”.
Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Isae aumenta quest’anno la pressione fiscale delle amministrazioni pubbliche che però, l’anno prossimo, tornerà sullo stesso livello del 2008. In particolare la pressione del fisco sarebbe quest’anno del 43,1%, in aumento rispetto al 42,8% del 2008 che è lo stesso livello previsto per il 2010.
L’anno in corso dovrebbe chiudere con un rapporto deficit-Pil del 5,3% (”quasi il doppio di quello registrato nel 2008″) e un debito al 114,6% del prodotto. Lo prevede l’Isae nell’ultimo rapporto spiegando che l’indebitamento netto dovrebbe attestarso al 5,1% nel 2010 e che “al netto degli effetti del ciclo e delle misure una tantum il disavanzo risulterebbe in diminuzione in entrambi gli anni di previsione”. Per quanto riguarda il debito pubblico l’Isae lo segnala in crescita anche nel 2010 quando si attesterebbe al 117,7%.

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