Carlo Di Marco -Striscia rossa
Il blocco stradale, notoriamente, è un reato ed è commesso da chi ostruisce o
ingombra una strada ordinaria o ferrata; è punito con la reclusione da 1 a 6 anni. Un
regalo di Salvini del 2018; originariamente era un illecito penale depenalizzato nel
1999; con il decreto sicurezza del 2018 (DL n. 113/2018, pubblicato in G.U. n. 231 del
04/10/2018) il blocco stradale è tornato a essere reato.
Diversa è la fattispecie in cui l’ostruzione avviene con la sola presenza passiva del
proprio corpo, non opponendo resistenza alcuna e omettendo atteggiamenti
offensivi anche in presenza della rimozione (insomma, ti portano via di peso). In tal
caso, il blocco si pone nella categoria degli illeciti amministrativi punibili con il
pagamento di una somma da euro 1.000 a euro 4.000. Ebbene, il Governo vorrebbe
completare l’opera di Salvini del 2018. Il d.d.l., infatti, sostituisce l’attuale sanzione
amministrativa con il carcere (Art. 14 Atto Senato 1236). L’illecito amministrativo
diventa reato. La norma recita, infatti, «con la reclusione fino a un mese o la multa fino
a 300 euro»; ancora, «la pena è della reclusione da sei mesi a due anni se il fatto è
commesso da più persone riunite». Non sembra ci siano dubbi: si desidera reprimere
con durezza e asprezza principalmente il dissenso che si manifesta pacificamente e
senz’armi (art. 17.1 Cost) attraverso i blocchi stradali organizzati da associazioni e
attivisti. Con questa forma di lotta pacifica (ghandiana) gli organizzatori intendono
attirare l’attenzione su problematiche sociali come la pace, le esclusioni, le
diseguaglianze, la tutela dell’ambiente, le grandi opere inutili e fortemente impattanti
sugli equilibri naturali e la biodiversità. Insomma, il dissenso espresso su una strada
interrompendo simbolicamente il traffico pacificamente e senz’armi diventa reato.
Se poi a dissentire pacificamente in questa forma sono almeno due persone, ci sono
fino a due anni di carcere. Non nascondo una preoccupazione cspontanea, considerando che anche un corteo interrompe il traffico pacificamente e
senz’armi ad opera di più persone. Si farà peccato, ma con i fascisti al governo
pensar male aiuta…
Si inasprisce poi la pena per i danneggiamenti di beni immobili specie se questi sono
palazzi del potere: la nuova pena è fino a cinque anni di reclusione.
Si aggravano le pene per violenza e resistenza a pubblico ufficiale (art. 19 Atto
Senato 1236). Si introducono nuove fattispecie negli artt. 336, 337 e 339 del Codice
penale, infatti, ma è in quest’ultimo articolo che quella introdotta sembra del tutto
peculiare: «se la violenza o la minaccia è commessa al fine di impedire la realizzazione
di un’opera pubblica o di un’infrastruttura strategica, la pena è aumentata».
È una norma che sembra scritta da Salvini. Si tenta di scoraggiare la partecipazione
a manifestazioni in cui si mettono in discussione le grandi opere strategiche come la
tav e il ponte sullo stretto, inasprendo la pena per eventuali violenze o minacce al
pubblico ufficiale. Certo che tali violenze o minacce possono verificarsi, ma è uno
spauracchio. Tutti sanno che violenze e minacce in tutte le manifestazioni quasi
sempre sono provocate ad arte per farne degenerare il carattere pacifico.
1 commento
1 admin
19 Dicembre 2024 - 07:11
Anche su aladinpensiero online: https://www.aladinpensiero.it/?p=160318
Lascia un commento