La Sardegna, prima in Italia, approva la legge sulle aree idonee

5 Dicembre 2024
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 Red

 

La Sardegna è la prima regione in Italia a recepire il decreto del Mase sulle aree idonee a ospitare impianti da energia rinnovabile sul proprio territorio.
Decreto firmato dal ministro Pichetto il 12 giugno scorso, dopo oltre due anni dall’impianto generale sulla transizione energetica con il provvedimento di Mario Draghi nel 2021.
I consiglieri regionali hanno approvato il ddl con 35 voti favorevoli della maggioranza di campo progressista guidata dalla presidente Alessandra Todde.
Ma cosa dice la nuova legge?
Anzitutto definisce gli impianti all’articolo 1, comma 3: impianti da 1 Megawatt (fotovoltaico di piccola taglia); da 1 a 10 MW (media taglia); superiore ai 10 (grande taglia). Stessa classificazione si prevede per gli impianti del termoidraulico e dell’agrivoltaico, mentre per l’eolico si fa riferimento all’altezza del mozzo e al diametro del rotore. Sono contemplati anche gli impianti di generazione elettrica da biomasse, l’idroelettrico e i geotermoelettrici, in base ai differenti livelli di potenza energetica.
DOVE SI POTRANNO INSTALLARE. La specifica del ddl sulle aree idonee è l’allegato F, di quattro pagine. Per ogni territorio utile è precisata la tipologia di fonte rinnovabile. Pale e pannelli di media taglia potranno essere installati nelle “aree destinate a discariche di rifiuti” o che lo sono state, così come nelle zone D (produttive) e G (servizi) “nelle zone industriali di interesse regionale o gestite dai consorzi provinciali” e anche in quelle “dismesse”. E ancora “le aree estrattive di prima e seconda categoria”, come miniere e cave, anche se in disuso. Il solo fotovoltaico, invece, può arrivare sino al limite delle aree aeroportuali e portuali, “esclusi gli approdi turistici”, oltre che su “tetti e coperture” di edifici pubblici e privati.
FONDI COMUNITA’ ENERGETICHE E AUTOCONSUMO. Via agli incentivi regionali: a partire dal 2025 sarà istituito un fondo, alimentato con risorse regionali, nazionali e europee, con una dotazione iniziale per gli anni 2025-2030 pari 678 milioni di euro totali, di cui 50 milioni nel 2025, 70 nel 2026 e 139,5 per ciascuno degli anni 2027, 2028, 2029 e 2030. Le risorse serviranno a concedere misure di incentivo, sia sovvenzioni a fondo perduto sia attraverso strumenti finanziari destinate al sostegno di interventi di installazione di impianti fotovoltaici e di accumulo di energia elettrica per l’autoconsumo.
DEROGHE AI COMUNI IN AREE NON IDONEE. i Comuni sardi possono realizzare impianti in aree definite non idonee, anche con l’obiettivo di contenere i costi energetici, nel rispetto delle peculiarità storico-culturali, paesaggistico-ambientali e delle produzioni agricole. Prevista la richiesta di un’istanza alla Regione, propedeutica alla realizzazione di un impianto, ma per farlo serve una delibera del consiglio comunale, preceduta dallo strumento partecipativo del “dibattito pubblico” che coinvolga anche gli altri comuni confinanti.
MORATORIA ABROGATA. Con la nuova legge decade la legge 5, la cosiddetta moratoria di 18 mesi sulla realizzazione di impianti. Questa legge è stata impugnata dal governo, ma ora la Consuta dovrà dichiarare l’improcedibilità del ricorso, essendo venut meno lo’oggetto, ossia la legge n. 5.
In consiglio regionale la minoranza ha votato contro e insiste sulla legge Pratobello24. Alla luce del nuovo quadro normativo si tratta di stabilire se è utile approvare il testo d’iniziativa popolare, anche solo in parte. Il che si potrà fare passando all’esame della proposta, doveroso anche per non eludere la volontà dei 210 mila firmatari della proposta. I promotori della Pratobello, se non vogliono disperdere le firme raccolte, dovrebbero impegnarsi a dimostrare la necessità di una approvazione, in tutto o in parte, del testo popolare, onde pervenire ad una disciplina di miglior tutela del territorio dell’isola.

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