Andrea Pubusa
Non si può non guardare con simpatia alla mobilitazione che ha portato alla raccolta di 210.000 firme sotto la proposta di legge popolare contro l’invasione delle voraci multinazionali energetiche. E’ una chiara e ampia manifestazione di una volontà, di un sentimento popolare a tutela della Sardegna. Tuttavis non si può sottacere che i promotori hanno mal impostato la loro iniziativa e la conducono peggio. C’è stata una pregiudiziale antiTodde. Beninteso, la presidente della regione è soggetta al giudizio popolare, alla critica politica in ogni momento. È la democrazia, bellezze! Ma fare pregiudizialmente una battaglia contro una presidente legittimamente eletta, quando si parla di una questione basilare d’interesse generale oè errato. Le istituzioni rappresentative dei sardi sulle questioni fondamentali sono il riferimento di tutta la comunità isolana, senza distinzione di partito o di gruppo. Si deve puntare all’unità, alla convergenza, a creare un movimento popolare attorno alle istituzioni, senza distinzione fra maggioranza e minoranza, tutti assieme. Si deve prima accertare la volontà dell’esecutivo e poi tentare di creare sinergie. Solo, ove queste azioni preliminari abbiano esito negativo, si passa alla critica e allo scontro.
Ora, qui non si può negare che la Todde si sia mossa con tempestività contro l’assalto eolico e fotovoltaico. Ha subito fatto approvare le legge di moratoria. Si dirà che è incostituzionale, che è inefficace, ma intanto produce effetti. Nessuna installazione si è potuta avviare dall’entrata in vigote della legge. Nel frattempo è stato presentato il ddl sulle aree idonee, che è in fase di approvazione. Se viene approvato entro l’11 dicembre l’impugnazione governativa contro la moratoria diventa improcedibile. La moratoria infatti perde i suoi effetti e non ha pìù senso esaminare il ricorso del governo per ottenerne l’annullamento, posto che a qjel momento ha perso vigenza. Dunque non si può dire che la giunta non abbia agito efficacemente con un disegno preciso.
I Pratobello protestano perche’ sostengono di essere trascurati dalle istituzioni. Ma è così? In realtà il Consiglio ha il dovere istituzionale di esaminare la proposta popolare, non l’obbligo. E può anche non approvarla. Il presidente del Consiglio ha preso l’impegno formale di avviare l’iter di esame della proposta entro novembre. Mi pare non ci sia nulla da eccepire sul piano della correttezza istituzionale. Era una forzatura la pretesa dei Pratobello di passaggio direttamente in aula senza previo esame in commissione. Fra l’altro, trattandosi di un testo elaborato fuori dall’istituzione, un esame che si avvale del supporto tecnico-giuridico dei funzionari delle commissioni appare utile per migliorare l’articolato.
La sensazione è che i promotori della Pratobello 24 si siano cacciati in un vicolo cieco. Anziche’ fare muro per finalità politiche di schieramento, estranee alla lotta contro l’assalto eolico e fotovoltaico, sarebbe più produttivo avviare un confronto sulla utilità allo scopo della Pratobello dopo l’approvazione della legge sulle aree idonee. È sempre possibile un’approvazione della Pratobello, ove se ne mostri l’utilità, anche dopo il varo del disegno di legge della giunta. Occorre tener conto, a scanso di errori, che non è vero che la legge urbanistica, in quanto espressione di potesta legislativa esclusiva, sia esente da limiti e sia sicura sul piano della legittimità costituzionale. In questo caso c’è connessione con la materia dell’ambiente, del paesaggio e dell’energia, in cui c’è anche potestà statale sui principo fondamentali. Già altra volta la Consulta ha annullato una legge regionale in materia urbanistica per violazione dei principi fondamentali posti con legge nazionale in materia energetica. Si tenga conto quindi della complessità giuridica della partita.
Il cammino è tortuoso, non è lineare come lo descrivono certi generosi gridatori. Per di più giungono ora intimazioni minacciose di società private al Consilio, dimenticando che l’assemblea è organo legislativo e che quindi i consiglieri sono esenti da responsabilità per i voti da loro espressi. Come si vede, c’è un vasto fronte contro le iniziative normative della regione regionale, anche questo dovrebbe indurre i Pratobello ad atteggiamenti più ragionevoli. Meglio, data la posta in gioco, fare squadra, anziche’ dividersi.
2 commenti
1 Aladin
14 Novembre 2024 - 08:44
Anche su aladinpensiero online: https://www.aladinpensiero.it/?p=159379
2 Giacomo Meloni
14 Novembre 2024 - 09:53
Caro Professore, caro Andrea ,
hai ragione a richiamare i promotori della Proposta di Legge di iniziativa Popolare - nota come “Pratobello ‘24″ sostenuta da ben 210.729 firme - alla prudenza, ragionevolezza e buon senso.
Ma altrettanto si dovrebbe raccomandare alla Presidente Alessandra Todde ed alla Giunta Regionale come al Presidente Piero Comandini ed ai Consiglieri Regionali.
Tu sai bene, non solo perché cultore della materia giuridica e docente universitario, ma perchè sei stato Consigliere Regionale in un’epoca in cui davanti a Proposte di Legge con argomenti simili o equipollenti, si creava una Commissione ad hoc per esaminarle congiuntamente entrambe e produrre proposte di testi unificati, laddove si fossero trovati punti d’incontro e convergenze. In questo caso si sarebbe potuto costituire una commissione ad hoc, coinvolgendo come prassi i presentatori della Proposta di Legge di iniziativa Popolare “Pratobello ‘24″.
Constato che ad oggi è mancata questa volontà e nessun tentativo è stato messo in atto, benché in Aula ci fosse una richiesta esplicita da parte dei consiglieri del Gruppo Orizzonte Duemila.
Ora tu sai che provengo da studi in cui il sillogismo era lo strumento filosofico principe. Ebbene la Presidente Todde in una recente trasmissione su REPORT - ora disponibile su You Tube - ha affermato che i sardi per effetto dello Statuto di Autonomia Speciale di rango Costituzionale, sono al sicuro rispetto a possibili ricorsi del Governo in quanto la Regione Autonoma della Sardegna è titolare della potestà legislativa primaria in materia di «edilizia ed urbanistica» ai sensi dell’art. 3, comma 1, lettera f), dello Statuto speciale e ha competenza esclusiva in materia di «piani territoriali paesistici» ai sensi dell’art. 6, comma 2, del d.P.R. 22 maggio 1975, n. 480 (Nuove norme di attuazione dello statuto speciale della regione autonoma della Sardegna). Sottolinea anche, però, che queste competenze legislative devono essere esercitate in armonia con la Costituzione e con i principî dell’ordinamento giuridico della Repubblica, rispettando altresì gli obblighi internazionali, gli interessi nazionali, nonché le norme fondamentali delle riforme economiche-sociali, quali sono quelle in tema di «tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali», adottate dallo Stato in base alla competenza di cui all’art. 117, secondo comma, lettera s), Cost.
Tutto cio’ è scritto nella Proposta di Legge di iniziativa Popolare “Pratobello ‘24″, anzi ne è il fondamento.
Ergo,ci sono tutte le condizioni perchè la Giunta Todde chieda al Presidente Comandini di avviare le procedure per la sospensione della discussione in Aula della Proposta di Legge 45 perchè si proceda in una Commissione Consigliare ad hoc per l’unificare i testi, sentiti i promotori della Proposta di Legge “Pratobello ‘24″.
Giacomo Meloni Segretario Naz.le CSS
Risposta
Caro Giacomo,
apprezzo sempre il tuo modo pacato di esprimere la tua posizione, che, però, stavolta non condivido. La Sardegna ha necessità di una legge che impedisca l’uso indiscriminato del territorio per l’installazione delle pale eoliche e degli impianti fotovoltaici. La legge di moratoria aveva il fine di bloccare le nuove installazioni (nulla si può fare per quelle già autorizzate e in opera) fino all’approvazione di una legge organica sulla materia. C’è una scadenza imminente, l’11 dicembre la Consulta esamina l’impugnazione del governo contro la moratoria. L’approvazione della legge sulle aree idonee rende improcedibile quel giudizio per il subentro della nuova disciplina. Si scongiura così qualsiasi vuoto normativo dagli effetti stravolgenti.
Quanto alla Pratobello il presidente Comandini ha preso formale impegno ad iniziarne l’esame subito dopo l’approvazione della nuova legge. Si vedrà in quella sede se è utile, se dev’essere anch’essa approvata o se può integrare la legge già in vigore. I comitati dovrebbero concentrarsi su questo, anziché mobilitarsi su un obiettivo ormai irrealizzabile e perfino pericoloso perché può ritardare l’approvazione della legge sulle aree idonee, aprendo una porta alle nuove installazioni. Tieni altresì conto che, ove il Consiglio regionale non provveda tempestivamente, il governo eserciterà i poteri sostitutivi, estromettendo la Regione. Per questo è irresponsabile l’ostruzionismo della minoranza consiliare, che mira non tanto a modificare, ma a ritardare l’esito della legge. Con franchezza mi sembra che i comitati siano mossi da un’errata pregiudiziale politica antiTodde e che abbiano una visione superficiale del quadro giuridico. Ci vuole unità in una battaglia di questa portata, è proprio il caso di gridare “Fortza paris!”.
Un caro saluto Andrea Pubusa
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