Massimo Villone
L a commissione consiliare ha votato ieri con maggioranza quasi
compatta il terzo mandato per De Luca, ora in aula il 5
novembre. Minacciando dimissioni immediate, De Luca ha messo
in riga i riottosi.
Rimane sullo sfondo la possibilità di un compromesso basato sulla
previsione che l’approvazione non comporti automaticamente la
candidatura per De Luca.
Con ogni evidenza, un compromesso vuoto a perdere, perché
rimosso l’ostacolo giuridico nessuno potrebbe impedirgli di
candidarsi. Come e con chi? Nel complesso, una sceneggiata degna
del migliore Eduardo, ma senza applausi, perché il pubblico non
c’è. La contesa si racchiude nel ceto politico e le immediate
aderenze. Oltre, non tocca alcuno. Di sicuro, non si riduce così l’area
del non-voto.
La minaccia di De Luca è stata strumento di pressione estrema da
un lato sui consiglieri regionali, e dall’altro sul Pd nazionale, che
avrebbe voluto un rinvio e ha prorogato il commissariamento del
partito locale.Nell’imminenza del voto in Emilia· Romagna e
Umbria, e dopo l’esito in Liguria, la vicenda campana reca un
messaggio negativo. Vedremo cosa seguirà.
Intanto, una riflessione.
De Luca prende una strada che lo porta, nelle intenzioni, alla
candidatura. Ma lo porta alla vittoria? Alla fine, non bastano I
fedelissimi a eleggerlo. Mentre al di fuori della tifoseria non è
credibile il candidato che combatte divisivamente anzitutto per sé
stesso. La rissa potrebbe consegnare la Campania alla destra. Chi lo
segue in consigl1o regionale ne tenga conto. Non per caso
Martusciello (FI) coglie l’occasione per proporre elezioni anticipate.
Quanto a me, ho scritto il 6 agosto 2021 - con anni
cli anticipo rispetto a qualsivoglia polemica e senza alcun intento cli
attacco personale - un articolo dal titolo “De Luca , il terzo mandato
è anticostituzionale”. Così pensavo allora e penso oggi, e rimando
per gli argomenti a quel testo. De Luca può piacere o non piacere,
ma le regole vanno osservate. Ci ripete quotidianamente che “se
Zaia, allora anche io”.
Ma la legge veneta in base alla quale Zaia ebbe il suo terzo mandato
avrebbe dovuto essere impugnata dal governo allora in carica, che
finse di non vedere. Cosa farebbe oggi Palazzo Chigi? In ogni caso,
Zaia è esempio del danno che il cacicchismo ha fatto e fa al sistema
politico ital!ano. Di sicuro il Sud non ha il monopolio dei cacicchi.
Si avvicina - il 12 novembre - la decisiva udienza in Consulta per i
ricorsi delle regioni contro la legge Calderoli sull ‘autonomia
differenziata, cui seguirà il giudizio sull’ammissibilità del
referendum abrogativo. Anche la Campania ha presentato un
ricorso, con l’assist di un amicus curiae dell’Anci. Ha anche
deliberato sul referendum abrogativo. Ma De Luca, nel rincorrere il terzo mandato, ha sì parlato contro l’autonomia, ma ha anche mostrato di perseguire improbabil1 compromessi al ribasso
piuttosto che contrastare a fondo la legge Calderoli. Mentre le
cronache ciel disastro di Valencia in Spagna e del ruolo svolto da
quel governatore provano i danni che una autonomia squilibrata e
fuori controllo può produrre.
La Campania merita di più. Avrebbe titolo a essere capofila di un
Mezzogiorno volto unitariamente a far valere le sue ragioni in un
sistema politico che assai poco ascolta, come dimostrano le scelte di
governo, inclusa da ultimo la legge di bilancio. Invece, la Regione si
chiama fuori se il ceto politico al timone esaurisce le sue - si fa per
dire - energie sul terzo mandato.
Vorremmo un consiglio regionale risonante di dibattiti e proposte
sull’autonomia differenziata e su come riportare la questione
meridionale nell’agenda politica del Paese. O sui diritti
fondamentali, sulla perequazione infrastrutturale, sulle risorse
necessarie per ridurre i divari territoriali e le diseguaglianze. O su
come affrontare i problemi delle baby gang in armi, o gli assalti ai
medici e infermieri in ospedale, o le crisi aziendali. O sui problemi
dell’ambiente e non solo, ad esempio richiamati da Gianfranco
Nappi su queste pagine qualche giorno fa per i Regi Lagni. Abbiamo
infinite questioni, di cruciale importanza. Invece, vediamo trincee
politiche insanguinate per il terzo mandato a De Luca.
La qualità della politica è data dai protagonisti. Da questo giornale
abbiamo tratto l’immagine di tazzine colme di caffè abbandonate
sul tavolo vuoto di una riunione andata deserta. Perfetta sintesi
della politica campana in questa fase: un pieno a perdere.
(Repubblica-Napoli)
1 commento
1 Aladin
7 Novembre 2024 - 07:29
Anche su aladinpensiero online: https://www.aladinpensiero.it/?p=159120
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