Andrea Pubusa
Data la loro rigidità, assicurata dalle procedure aggravate della revisione e il presidio di Corti costituzionali, si è convinti che le Costituzioni si modificano solo in parlamento con maggioranze qualificate, referendum confermativi e grandi dibattiti pubblici. Invece no, i mutamenti costituzionali si avvertono guardando i comportamenti degli attori costituzionali e spesso episodi minori ne sono la spia più evidente. Prendete la guerra. L’art. 11 della nostra Carta la ripudia, eppure oggi se ne parla come di un evento normale, senza alcun allarme. Ripudiare è il termine più forte scelto dai costituenti, vuol dire che la guerra ci deve essere estranea anche a livello culturale. L’Italia non annovera la guerra fra le sue possibilità (salvo quella a difesa dell’Italia), lavora per la trattativa, preordina le sue azioni in direzione di una convergenza, di una comprensionefra gli stati, fra i popoli. Non annovera l’armamento di questo contro quello, perche’ l’armare una parte contro un’altra è al di fuori e contro il “ripudio”. Sono pertanto al di là del perimetro costituzionale quei governanti che non s’indignano per i massacri in corso e non fanno niente per condurre i contendenti attorno ad un tavolo. In Russia come a Israele, a Kiev come a Tel Aviv. Non spingono a questo neanche il massacro dei palestinesi. Il governo addirittura reprime le manifestazione a favore dei palestinesi, che sono espressione del ripudio per la guerra. Due carabinieri hanno addirittura sanzionato un pacifista che davanti al suo tavolo di venditore di miele aveva esposto una scritta contro la guerra, per la pace. La sanzione è stata subito annullata, ma la dice lunga sugli umori che attraversano corpi dello stato preposti alla difesa delle libertà democratiche. A Cagliari addirittura la questura ha paventato l’infiltrazione dei filopalestinesi in una manifestazione, come se scendere in piazza per chiedere la fine del massacro a Gaza non rientrasse fra le libertà costituzionali. Si bastonano i giovani manifestanti per la fine della carneficina a Gaza, anziche’ essere felici ch’essi inverino il messaggio di fratellanza inviatoci dai padri costituenti. In questo modo sottilmente si rende illegale la condotta di chi si muove nell’alveo della Carta e si promuove la sua disapplicazione e violazione.
Bene dunque le mobilitazioni per la pace, come quelle di sabato, ma la lotta dev’essere permanente, quotidiana per battere chi vuole assuefarci a vivere in una democratura.
1 commento
1 Aladin
28 Ottobre 2024 - 08:02
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