Per i palestinesi contro il governo di Israele

18 Settembre 2024
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Gianna Lai

 Venerdì 20, alle ore 17,30 a Quartu S. E., l’ANPI tiene una pubblica assemblea in via Genova n. 36 presso l’Ass. Arcoiris dal titolo “Per la Palestina. Come costruire la pace.” Partecipa Vincenzo Calò della Presidenza nazionale Anpi. Sul tema pubblichiamo una sintesi dell’intervento di Gianna Lai al Comitato nazionale Anpi.

Come Anpi, noi diventiamo ancor più credibili quando parliamo di Costituzione e di pace, mantenendo saldi i valori che legano il presente al passato: senza quelle partigiane e quei partigiani non ci sarebbe nemmeno la nostra capacità di interpretarla la Carta, oggi, pur fondamentale il grande impegno dei giuristi del Coordinamento per la democrazia costituzioanle, della Cgil di Landini con Via maestra, ecc.

E la pace, diventiamo credibili insieme all’associzionismo democratico di varia provenienza, in questi tempi che,certo, non sono quelli delle marce di milioni di persone, pure forte oggi l’opposizione alla guerra, le manifestazioni studentesche brutalmente represse dagli Usa a Berlino a Roma.

Contro il riarmo e l’invio di armi a Kiev e in Israele. L’Italia invia armi anche in Israele, responsabile di un massacro pianificato, che fa affluire i palestinesi nella striscia di Gaza per scatenarvi la pulizia etnica: dopo un anno dal terribile attacco terroristico di Hamas, questa non è più rappresaglia ma un piano definito di sterminio, non essendoci più luogo dove i palestinesi possano trovare riparo ai bombardamenti. Come a quelli in corso durante lo sbarco di aiuti umanitari, che hanno determinato l’ordinanza della Corte internazionale di giustizia dell’Aja. Dove si impone a Israele di “prevenire possibili atti genocidari” nella striscia di Gaza. E noi italiani e la UE, nata per promuovere la pace, con i colonizzatori e non con i colonizzati. Con la politica della lobby sionista, forte negli Usa e in Gran Bretagna, come ricorda Barbara Spinelli: l’ebraismo come nazione che si fonda su basi religiose, Stato dell’apartheid, militarizzato e alleato alla estrema destra europea e Usa, sorto per tenere sotto controllo la gestione occidentale del petrolio di quei territori.

Come operare, anche fra gli iscritti Anpi con posizioni non sempre coerenti coi nostri documenti. Partire intanto da questa accusa infamante di antisemitismo, cioè indifferenza alla Shoah, lanciata contro chi attacca il governo israeliano e si oppone alla sua politica di sterminio. Ma proprio il movimento democratico e antifascista, che condanna oggi il governo di Israele, viene da lunghe battaglie contro tutti i fascismi e i razzismi, sempre sostenendo due popoli e due Stati. Così come se non vuoi inviare armi a Kiev sei putiniano, se difendi i palestinesi sei antisemita, mischiando opposizione alle guerre di Israele e antisemitismo vero, quello fascista. Come procedere nel dibattito e nella ferma opposizione alla guerra, questa deve essere oggi la nostra preoccupazione, mentre il popolo di Israele manifesta contro il governo razzista di Netanyahu, il presidente indagato per corruzione e frode, che ha finanziato Hamas per indebolire la rappresentanza palestinese e che governa con pugno di ferro il Paese. Non in mio nome negli striscioni dei manifestanti a Tel Aviv contro la nakba, catastrofe in arabo. Al punto che qualcuno dice impossibile contare i morti, oltre quei 40.000 delle cifre ufficiali e oltre i 280 causati tra i dipendenti delle agenzie Onu, che Israele continua a ritenere organo fazioso, infischiandosene bellamente del diritto internazionale. Sempre le Nazioni Unite a denunciare anche come continui lo sfregio di chiese e moschee sul territorio e di tesori risalenti all’età mesopotamica bizantina e ottomana, per cancellare la memoria palestinese. E come operare nella ferma opposizione alla guerra e perché si organizzi anche noi un più preciso intervento a favore della Palestina, in termini di aiuti umanitari e di impegno a fianco alla solidarietà internazionale, onde alleviare le sofferenze di quel popolo, così nell’intervento del presidente Pagliarulo.

Contro i pericoli di un allargamento della guerra, il coinvolgimento dell’Iran in oriente, dopo gli attacchi di Netanyahu e, in Europa, a due anni dalla terribile invasione russa, dopo l’attacco recente di Zelenky nel territorio di Kursk, con armamento, copertura e intelligence Nato. Il rischio del nucleare, a 80 anni da Nagasaki, niente rispetto al potenziale di una bomba nucleare oggi. Pur in Italia Tajani e Crosetto contrari all’uso di nostri sistemi d’arma contro i russi, “noi non siamo in guerra con la Russia”, ma tant’è, una volta che le armi gliele dai, non sei certo tu a deciderne l’uso, per questo la 185 derogata e oggi in via di modifica radicale, che impedisce, appunto, invio di armi in luoghi di guerra. E servilismo nella UE, dove Draghi sollecita che “si garantisca pieno accesso al denaro per l’industria bellica”, l’80 % appannaggio Usa, la nostra fornitura di armi. E dice Pellegrini dei 5 Stelle che l’impegno dell’Italia per l’invio di armi ammonterebbe a circa 5 miliardi di euro, lo stesso importo e lo stesso valore del nuovo pacchetto lavoro annunciato da Meloni.

I pericoli di un allargamento della guerra, noi così esposti per la presenza massiccia, in Italia, di Basi Usa e Nato. E ora, in piena transizione energetica e tecnologica, siamo qui a chiedere se l’Occidente non intenda prepararsi a scatenare “conflitti militari nel mondo che detiene quelle risorse, necessarie alla transizione, e le capacità e le volontà di realizzarla”.

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