Transizione ecologica. Dai sindaci qualche buona idea. Ed esempio, mettere pale e pannelli nelle basi militari

13 Settembre 2024
2 Commenti


Andrea Pubusa

Quanto sia positivo  il coinvolgimento dei comuni nelle decisioni  contro l’invasione energetica in Sardegna si coglie immediatamente dalle notizie che  filtrano dagli incontri fra regione e sindaci. Emerge una diffusa opposizione a pale e pannelli, pur nell’ammissione che la transizìone alle fonti rinnovabili è necessaria e positiva. Non si apprende dalla stampa di comuni che abbiano indicato di avere aree idonee. Il diniego si fonda sulla vocazione delle aree e dei luoghi. Ci sono territori turistici e zone con vaste colture di vigneti, ad esempio, nei riguardi dei quali c’è un’evidente e indiscutibile incompatibilità coi nuovi impianti. Si può dire altrettanto per altri comparti. Giustamente gli operatori osservano che l’invasione energetica in tali aree condannerebbe a morte aziende e settori produttivi già esistenti o in via di sviluppo. Un colpo inaccettabile per la nostra economia, già malandata.

Non mancano però le proposte originali sulle quali occorrerà riflettere. Il sindaco di Serŕamana, Littera, ad esempio, ha avanzato l’idea di concentrare le installazioni in una base militare, Quirra, ormai compromessa dall’attività “bellica”, raggiungendo così il triplice risultato di liberarsi di una grave servitù volta alla guerra, sostituendola con un’altra di più accettabile natura e liberando il resto del territorio da pesi devastanti. Confesso di non saper esprimere un giudizio, ci vogliono conoscenze specifiche per fare una valutazione seria. Ma l’idea di gravare su aree già compromesse e precluse alle attività produttive per finalità militari mi sembra intrigante e da approfondire. Il discorso potrebbe estenderersi ad aree minerarie o industriali dismesse. Non vi pare?

2 commenti

  • 1 Aladin
    13 Settembre 2024 - 18:48

    Anche su aladinpensiero online: https://www.aladinpensiero.it/?p=157253

  • 2 Rosa
    14 Settembre 2024 - 06:35

    Mi sembrerebbe una soluzione ovvia…pensa alla Sulcis Andrea,quante aree compromesse conosciamo? Ed altre in tutta la Sardegna…basterebbe un po’ di onestà intellettuale ed i Sindaci potrebbero facilmente indicarle

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