Bene la mobitazione, ma occorre percorrere la via giusta

30 Agosto 2024
2 Commenti


Andrea Pubusa

C’è un grande fermento in Sardegna contro l’invasione energetica. Sono da appoggiare tutte le iniziative volte a salvare ambiente e paesaggio. C’è diffusa consapevolezza che è in atto un assalto che ricorda vecchi e più recenti attacchi alla nostra isola. Bene dunque il vasto movimento che si sviluppa un pò dappertutto. Bisogna però non solo manifestare l”istintiva rabbia contro l’ennesimo tentativo di colonizzazione della Sardegna a fini di profitto. Occorte capire la fase attuale della vicenda e individuare correttamente che fare. Sotto questo profilo alcune posizioni, pur decise, appaiono controproducenti.  Ora siamo nel tempo in cui la Regione deve indicare formalmente al governo quali sono.le aree idonee e quelle mon idonee alle installazioni. La Regione ha coinvolto i Comuni, che meglio di ogni altro conoscono i territori. Anche questi si devono pronunciare con atti formali. E qui c’è il primo problema. Non si può dire che tutte le aree sono inidonee. I provvedimenti vanno motivati sulla base di una istruttoria completa. Non farlo significa rendere la manifestazione di volontà inutile, anzi dannosa, perche’ il govermo può esercitare i propri poteri sostitutivi e fare come meglio crede. Quindi i sindaci devono mettersi subito all’opera, lasciando da parte gli slogan estremisti del tipo: “non ci sono aree idonee, son tutte inidonee”. C’è un’occasione per partecipare ad una decisione importante. Bisogna coglierla con  responsabilita.

2 commenti

  • 1 Aladin
    31 Agosto 2024 - 10:02

    Anche su aladinpensiero online: https://www.aladinpensiero.it/?p=156912

  • 2 Aladin
    31 Agosto 2024 - 18:04

    Riceviamo e volentieri pubblichiamo e diffondiamo. Auspichiamo che all’appello di Bachisio Bandinu rispondano tutti i protagonisti di quella che è diventata una Vertenza del popolo sardo nei confronti del governo nazionale. Parliamo della presidente Alessandra Todde, della sua giunta, di tutto il Consiglio regionale, dei comitati contro l’assalto sconsiderato all’ambiente e al paesaggio sardo, con il loro coordinamento, dei parlamentari sardi, dei parlamentari europei rappresentanti della cicoscrizione Sicilia-Sardegna, delle parti sociali sarde (Sindacati dei lavoratori in primis), dell’associazionismo e di tutte le organizzazioni democratiche che sono schierate per la salvaguardia della Sardegna in questa vicenda così decisiva per il futuro della nostra Isola. Anticipiamo in questa sede l’adesione all’iniziativa di Bandinu del MEIC (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale), segnalataci dal presidente Mario Girau.
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    Proposta di un incontro-dibattito
    di Bachisio Bandinu

    Forse per la prima volta, nella storia della Sardegna, si sta formando una presa di coscienza a forte diffusione popolare contro quella che può essere definita la più grave servitù che la nostra Terra si appresta a subire. Da qualche anno a questa parte si assiste infatti a una crescente mobilitazione popolare contro la speculazione sulle fonti rinnovabili, che minaccia l’identità ambientale e l’auspicabile prospettiva di un autonomo modello di sviluppo economico e sociale che generi salute e benessere diffusi.
    In questo quadro positivo di coscienza, intenti e proposte (tutte utili e valide) si stanno insinuando e si stanno diffondendo motivi di conflittualità e di lacerazione tra gruppi, tra comitati, tra associazioni. È un fenomeno estremamente pericoloso, e purtroppo è anche un retaggio storico, che divide, crea sospetti, lancia accuse, inventa complotti. Produce le tifoserie. L’energia positiva si scarica a massa, si disperde e si consuma in contrapposizioni laceranti.
    Occorre sanare il conflitto. In questa prospettiva può essere utile un incontro di tutte le componenti, per fortuna numerose e appassionate, per svelenire le polemiche, ma soprattutto ricomporre l’unità di intenti verso l’obiettivo comune.
    Si tratta di consolidare, rinforzare e arricchire attraverso un momento di dibattito che valuti tutte le risposte, le proposte, gli interventi, gli obiettivi, che ci permettano di contrapporre allo Stato le ragioni, i diritti e le necessità vitali del Popolo sardo.
    Ciascun gruppo, ciascuna associazione, ciascun comitato, ciascuna singola persona, mette sul tavolo tutte le carte da giocare, per impostare un piano di difesa e di attacco delle ragioni più valide a
    profitto del Popolo sardo. Così si definisce il quadro di saperi giuridici, politici, sociali, culturali che si rifanno ad articoli della Costituzione italiana e dello Statuto sardo, alla legge urbanistica, all’estensione del Piano paesaggistico, e altro.
    Fondamentale il ruolo dell’Anci che rappresenta più ampiamente le comunità locali. Del tutto necessaria la presenza della Giunta regionale, per chiarire le decisioni prese e da prendere, ma soprattutto per intendere, in senso più decisamente politico, la
    volontà del Popolo sardo.
    Nessuna primogenitura e nessun atteggiamento da verità in tasca: questa è una battaglia che si può vincere soltanto uniti, con un complesso di strumenti e un inedito esercizio dell’intelligenza
    collettiva. Pertanto l’incontro-dibattito che si propone, proprio perché è in gioco il futuro della Sardegna, acquista il valore e il significato di una embrionale Assemblea Costituente: un incontro
    di conoscenze e di passione per fare comunità e scrivere il nostro futuro, come poche volte nella Storia abbiamo fatto.
    La battaglia giuridica e politica con Roma non è affatto facile, anzi incontrerà difficoltà enormi, perché nel contenzioso tra Stato e Regione, la Consulta dà quasi sempre ragione allo Stato.
    Un motivo in più per essere uniti.
    Se c’è un consenso diffuso, l’incontro-dibattito si può mettere in atto, se si ritiene superfluo e inutile, valga almeno il proposito di conciliazione: disarmati tra di noi, armati contro il comune nemico.
    Grazie
    Bachisio Bandinu

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