Per Mattarella, fra i costruttori della democrazia italiana, c’è solo De Gasperi, non anche Togliatti

23 Agosto 2024
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Andrea Pubusa

Quest’anno  cade rispettivamente il 70° e il 60° anniversario della morte di Alcide De Gasperi e di Palmiro Togliatti. Il presidente della Repubblica ha ricordato il primo, ma non  ha una parola sul secondo. Certo il leader DC è stato il presidente del Consiglio in una fase decisiva della storia d’Italia, ma nello stesso periodo Togliatti è stato segretario del PCI, il maggior partito di opposizione che contava su un largo seguito popolare anche per una articolata ed efficiente oranizzazione di base nel mondo del lavoro, della cultura e del tempo libero. Togliatti schierò questo vasto fronte al servizio della democrazia, per la vittoria della repubblica e nella fomazione e approvazione della Costituzione. I comunisti, oltre ad essere stati i più numerosi e decisi oppositori del fascismo, forza centrale della Resistenza, sono stati anche una componente essenziale nel porre le basi della nuova Italia democratica. E, sotto la guida di Togliatti, hanno continuato la loro lotta per l’attuazione della Costituzione. Hanno combattuto perche’ la nuova Italia fosse fondata sul lavoro e sui lavoratori, hanno spinto per le libertà democratiche e i diritti sociali e civili. Una linea in favore della “democrazia progressiva”, senza nessun cedimento a ipotesi ribellistiche o velleitarie. Non altrettanto può dirsi del Governo De Gasperi, a cui si deve una repressione delle lotte operaie su spinta del ministro degli interni, Scelba. Anche l’attuazione della Costituzione è stata sospesa, tanto che si è parlato di un “ostruzionismo costituzionale”  del governo. Non è stata istituita la Corte costituzionale che avrebbe dovuto far piazza pulita delle leggi fasciste, non sono state create le regioni ordinarie, mantenendo il carattere accentrato dell’ordinamento. Si è tentato addirittura con la legge truffa di dare alla maggioranza parlamentare il potere di modificare la Costituzione, senza l’apporto della minoranza. E mentre tutto questo accadeva in contrasto manifesto con la Carta Togliatti (con le altre forze della sinistra) proseguiva nella sua battaglia per l’allargamento degli spazi democratici nel paese. Ce n’è abbastanza per ritenere che il Presidente Mattarella avrebbe dovuto menzionare Togliatti nel 60° dalla morte, ponendolo fra i costruttori del nostro sistema democratico. Bene ha fatto dunque il segretario di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo a stigmatizzare la “dimenticanza” di Mattarella.

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