Andrea Pubusa
C’è una visibile distanza fra l’immagine della Todde sulla scena nazionale e su quella locale. Nella prima la nostra presidente è una delle promotrici del ricorso alla Corte costituzionale contro la legge Calderoli sull’autonomia differenziata. Lo fa insieme ad altri presidenti, allineando la Sardegna con altre importanti regioni del centro-nord e del sud. Lo fa per difendere la specialità contro il tentativo della Lega e dellw forze di governo di affogare la specialità in un disegno di prevaricazione di alcune delle regioni più ricche d’Italia. Che diferenza rispetto alla giunta Solinas, che aveva addirittura prestato il consenso verso questa palese violazione dell’impianto costituzionale! Non dimentichiamo che lo statuto speciale sardo (e gli altri) sono parte della Carta, essendo leggi costituzionali. Il ricorso, in fondo, vuole salvare l’idea che sta alla base della Costituzione, che vede nelle autonomie locali uno strumento di superamento del dualismo storico Nord-Sud in ossequio anche al prjncipio di eguaglianza sancito dall’art. 3 Cost. Del resto, se pensiamo alle prestazìoni essenziali si comprende che assicurare un minimo significa che le regioni ricche possono andare ben oltre. È un modo per legittimare le differenze, non per eliminarle, seppure progressivamente. Ora, mentre alla Todde viene riconosciuto una posiziobe di punta nello schieramento democratico nazionale, in Sardegna molti vogliono accreditare un ruolo opposto, di retroguardia, sulla questìone della invasione energetica. Così pare, leggendo la cronaca de l’Unione sull’incontro fra esponenti della Giunta e i rappresentanti dei comitati che in vario modo sono mobilitati contro pale e pannelli. Ma anche qui intanto è da apprezzare il metodo. La giunta vuole il confronto col movimento. Sarà poi l’esecutivo a fare sintesi e lì si misurerà la bontà della proposta della giunta. Sull’efficacia di essa dovrà esprimersi il movimento nelle sue articolazioni. Senza pregiudiziali. Con rigore e lealtà. Qui si tratta di salvare l’isola, non di fare giochetti.
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