No alla divisione anche sulle grandi questioni d’interesse comune

5 Agosto 2024
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A.P.

C’è nella politica sarda molto evidente un vizio che si è insinuato nel sistema istituzionale italiano e in quelli dei paesi occidentali: lo scontro permanente e l’incapacità di trovaŕe convergenze anche sulle questioni di fondo su cui si registra un vasto consenso. Al fondo c’erano divisioni ideologiche, la guerra fredda, che si irradiava dal centro fino ai più piccoli paesi. Il risultato era che questioni di interesse generale su cui c’era larga convergenza di interessi non vedevano una convergenza politica. In Sardegna il Congresso del popolo sardo nel 1950 non vide la partecipazione della DC e dei suoi alleati per questo motivo. Ci fu però un momento, quello della rinascita, in cui una certa unità d’azione si realizzò con una mobilitazione più ampia e più efficace. 

Ora, la divisione  prevale non solo per ragioni ideologiche, ma anche perche’ il sistema elettorale spinge in questa direzione, anche al di là delle divergenze ideologiche. Se ne ha un esempio in Sardegna. Finite le elezioni, siamo tutti d’accordo che l’invasione di pale eoliche e impianti fotovoltaici danneggiano irreversibilmente il paesafgio e l’ambiente nonche’ settori importanti dell’economia, eppure assistiamo ad tirate polemiche del tutto ingiustificate. Prendete l’Unione sarda fa una campagna contro pale e fotovoltaico, ma attacca senza sconti la Todde, senza tener conto che la proposta di legge popolare, denominata “legge Pratobeĺlo”, da loro promossa deve essere esaminata, eventualmente integrata o emendata, dagli organi regionali, Consiglio e giunta. Uno spirito unitario dovrebbe dunque essere messo in campo per giungere ad una soluzione positiva, l’approvazione. Analogo discorso vale per Soru. Dopo la capocciata alle regionali, presenta un documento articolato sul contrasto alla devastazione in atto delle multinazionali dell’energia. E’ un documento interessante, ma  al fondo, c’è sempre un duro antagonismo con la Todde, che ora non ha più senso perche’ l’avversario è un altro e la stessa presidente della Regione è dalla parte giusta. Certo, ci sono tesi da affinare, proposte su cui mediare e convergere, ma senza questo sforzo, la battaglia se non perduta, è compromessa, e non vince nessuno in Sardegna. Perdiamo tutti, come sempre.

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