Ogni giorno brutte notizie, raramente una che ci rallegri. Oggi ce n’è una

29 Luglio 2024
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Andrea Pubusa

Ogni giorno ci sono notizie brutte, che ci rattristano. I massacri a Gaza e in Ucraina. Ormai la guerra non risparmia le città, gli ospedali e le scuole. Donne, bambini, civili vengono uccisi, senza che per loro ci sia un riparo sicuro, immune dagli attacchi.

Ci sono poi le violenze, sopratutto contro le donne.  Anche qui l’efferatezza supera ls fantasia. Ci si chiede come possa giungersi a tanto e spesso ci s’interroga sulla educazione che i massacratori hanno ricevuto se sono stati protagonisti di fatti così gravi.

E in politica? Ora apprendiamo dal ministro della giustizia che e stata esercitata indebita violenza della magistratura  nei confronti di un presidente di regione che risulta aver incassato somme per il rilascio di autorizzazioni e concessioni. Ci sarebbe nientemeno una violazione della volontà degli elettori, come se questi col loro voto abbiano approvato anticipatamente e una volta per tutte le nefandezze poi poste in essere dagli eletti. Si dimentica che la Costituzione richiede che chi esercita una pubblica funzione deve farlo con onore e disciplina, con rigore morale. E chi viola questo principio deve, al di là degli aspetti penali, lasciare l’incarico, dimettendosi. Che tristezza vedere ministri e alti dirigenti politici dimentcare queste regole essenziali della democrazia!

E le buone notizie? Raramemte ci sono anche queste, per fortuna. Ce n’è una proprio mentre scrivo. Le firme online per il referendum contro  la legge Calderoli, non appena iniziata la raccolta, hanno raggiunto il primo giorno il numero di centomila e il secondo giorno, domenica, si sta andando verso le duecentomila. Un risultato straordinario, una volontà forte contro le nefandezze istituzionali di questa maggioranza, un annuncio di  cancellazione della legge sull’autonomia differenziata, gli italiani non vogliono accentuare le diseguaglianze territoriali, vorrebbero superare il dualismo storuco fra Nord e Sud d’Italia, non accentuarlo. Se siamo più uguali, è meglio per tutti.

Senza illudersi qualche speranza c’è.

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