Un mondo sottosopra

1 Gennaio 1970
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Andrea Pubusa

 

Che il mondo sia malmesso lo si vede a occhio nudo, osservando i leader occidentali, i portabandiera della democrazia. Biden invita Netanyahu alla moderazione nei confronti dei palestinesi di Gaza e allo stesso tempo gli fornisce le bombe per farli a pezzi. Per l’Ucraina predica una guerra senza sconti, fornisce armi sempre più micidiali, fingendo di non sapere ciò che la Russia ha detto e ripete, e cìoè che per non soccombere, come estrema ratio, ricorrerà al proprio arsenale nucleare. I governanti UE, ora riconfermati, seguono per filo e per segno i diktat USA e NATO, esponendo l’umanità al rischio atomico, da cui nessuno uscirà vincente.  Nei giorni scorsi il ministro degli esteri inglese ha addirittura  previsto la guerra contro la Russia entro il 2027. Una dichiarazione folle e impensabile fino a qualche anno fa.

Certo non è questo il futuro delineato dai vincitori sul nazifascismo. Lo testimoniano le Carte internazionali e nazionali approvate nell’immediato dopoguerra dove pace, diritti fondamentali e giustizia sociale sono i valori centrali e preminenti. Anche l’unità europea  è stata fondata su quei principi, ma - a ben vedere - attualmente si fa  l’opposto. L’Italia che ripudia la guerra non è quella che invia le armi a Kiev, così come non è fondata sul lavoro una repubblica che comprime il mondo operaio, affogando il principio di eguaglianza sotto una politica di favore ai ricchi a danno delle classi popolari. 

E non si prospetta un cambiamento. Negli Usa i candidati alla presidenza non delineano sulle questioni di fondo un’alternativa. Da un lato un golpista che quando ha perso le elezioni ha incitato all’assalto del Campidoglio, dall’altro una donna che non andrà al di là della politica di Biden che ci ha portato sull’orlo della guerra globale. E non si ripeta la storiella che a Russia è aggressiva. I missili della NATO sono ai confini russi, mentre la Russia non risulta ne abbia o possa installarne al confine con gli States.

E’ ora che i popoli riprendano in mano il loro destino.

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