A.P.
Il referendum abrogativo ha un avversario insidioso. Per ottenere l’eliminazione della legge occorre che votino il 50% più uno degli aventi diritto e che la maggioranza voti SÌ. Coi tempi che corrono, caratterizzato da una forte propensione per l’astensionismo il compito è a dir poco proibitivo. Occorre anzitutto capire se gli amici di Calderoli accetteranno la sfida recandosi alle urne oppure se le diserteranno, puntando alla neutralizzazione della consultazione per mancanza del quorum di validità.
Nel merito è probabile che prevalgano i SÌ, ossia i voti favorevoli all’abrogazione. Intanto perche’ gli italiani hanno sempre diifeso l’attuale assetto nella convinzione che tutto sommato, pur con molte inefficienze, la vita repubblicana sia stata abbastanza accettabile. Poi non c’è dubbio che l’autonomia differenziata favorisce le regioni ricche a scapito di quelle povere. Una rottura della prospettiva costituzionale che fonda sulle autonomie il superamento del dualismo storico italiano. L’ Italia è stata costruita sulla egemonia d Nord sul Meridione. Di qui la storica questione meridionale e le lotte volte a creare una situazione di parità. Ora si inverte la rotta e si dice senza infingimenti che il Nord va senza limiti sulla sua strada. I Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, ne sono la riprova. Una sorta di “minimo sindacale” nek confronti delle regioni con prestazioni superiori e privilegiate. Il contrario dell’uguaglianza cui deve essere rivolta la Repubblica secondo l’art. 3 Cost.
Tante buone ragioni dunque per dare battaglia col referendum. Con in più lo scoglio del quorum di validità.
1 commento
1 Aladin
14 Luglio 2024 - 08:19
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