Alla ricerca delle radici, tra passato e presente.

10 Luglio 2024
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Costanza Gerini

 

 

Il libro di Rosamaria Maggio dal titolo “Migrazioni italiane in Tunisia storia dei Montelatici dagli inizi dell’Ottocento”, da poco pubblicato, frutto di un lavoro certosino di ricerca archivistico/documentale, di incontri con persone che per motivi diversi custodiscono ancora oggi notizie preziose, e di viaggi nei luoghi della memoria in Sardegna e in Tunisia, lo definirei una caccia al tesoro alla ricerca delle sue radici, del DNA dell’anima di cui ognuno di noi ha bisogno affinché qualunque vicenda umana possa connotarsi come patrimonio storico piccolo o grande che sia. La ricerca, che io preferisco chiamare viaggio, perché di viaggio si tratta in tutte le accezioni del termine, parte dal Granducato di Toscana, dal quadrisavolo dell’autrice, Giovanni Battista Montelatici, che intorno al 1820, molto giovane, salpò alla volta della Tunisia attrversando il “Mare Nostrum”, divenuto oggi luogo di dolore e di morte, dove senza più fare ritorno in patria, morì, lasciando una discendenza che alla fine del 1800 scelse la Sardegna, per la precisione il basso Sulcis, quando il boom minerario ne fece un sito di notevole importanza per l’isola e per il quale i Montelatici diedero un considerevole contributo.

Il libro pur non essendo un romanzo è avvincente come se lo fosse perché tra le righe si dipanano storie di donne e di uomini tra certezze documentali ed ipotesi possibili suffragate dal bisogno di Rosa di affondare nella palude dei ricordi, molti dei quali trasmessi dal Nonno materno Guido quando lei era ancora bambina, al fine di delineare in modo più consapevole il suo stesso profilo interiore ed un sentiero di ulteriore ricerca per le sue figlie Giulia e Luisa e le sue nipoti Rosaluna e Zelda.

E’ una storia di cesello tra la ricerca rigorosa di fonti e di vicende umane narrate con precisione e passione che oltre ad avere il pregio di essere un prezioso saggio storico per quel che riguarda la storia delle migrazioni dei nostri avi inducendoci a riflettere sul fatto che si tratta di un fenomeno storico che ha visto protagonisti nei secoli gli esseri umani come “cittadini” del mondo per i motivi più vari, oggi particolarmente dolorosi, porta ognuno di noi alla necessità di capire da dove veniamo per poterci orientare in modo più consapevole verso il futuro, quel futuro attualmente troppo incerto, forse anche a causa del fatto che di “nonno Guido” ne abbiamo sempre meno.

Le informazioni storiche, documentate con estremo rigore, rappresentano un unicum per chi volesse orientarsi in quello stesso periodo storico per rintracciare le orme di chi ci ha preceduto in quello spazio geografico tanto vicino alla nostra Italia, in particolare al Sud ed alla nostra Sardegna, oggi terre di sbarco da parte di un’Umanità disperata in fuga dalla fame, dalle guerre e dalle persecuzioni politiche, ed il libro è la conferma che la storia si ripete seppur con contingenze differenti. Io stessa, in Tunisia ho avuto uno zio di mio padre che nel 1951, pochi mesi prima che io nascessi convinse mio padre a recarsi a Tunisi per valutare un’opportunità lavorativa in terra africana, ma non se ne fece niente perché entrambi i miei genitori non si sentirono di “sradicarsi” e di “sradicare”noi figli da quella cittadina mineraria che era Carbonia. Io stessa,dicevo, nel corso della lettura sono stata catturata a mia volta dall’urgenza di saperne di più, molto di piu.

 

 

 

 

 

 

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