80° ANPI. Dalla parte della Costituzione, della pace, del lavoro

15 Giugno 2024
1 Commento


Gianna Lai

Nasce il 6 giugno 1944 l’Associazione nazionale partigiani d’Italia, Roma appena liberata in un’Italia divisa in due e sotto occupazione straniera. Da inquadrare l’evento nel contesto di una lunga lotta popolare che, dopo anni di dura opposizione clandestina, aveva visto la prima aperta resistenza al regime fascista consolidarsi solo durante gli scioperi del marzo 1943, duecentomila operai delle grandi fabbriche militarizzate del nord bloccano l’industria bellica fascista. A ppena dopo Stalingrado, quando per la prima volta affiora la speranza di poter vincere sulla Germania, nell’Europa da 4 anni sotto occupazione nazista. 870 gli operai deferiti al Tribunale speciale.
Quegli scioperi tappa decisiva dunque della crisi del fascismo, mentre proseguono i bombardamenti delle citta italiane, e a luglio dello stesso anno gli alleati sbarcano in Sici lia, Mussolini viene arrestato, l’8 settembre l’armistizio con Angloamericani che sbarcano a Salerno, mentre i nazisti occupano il centro nord. Il re in fuga abbandona l’esercito, essendone lui a capo, insieme ai suoi vertici, molti dei militari sbandati prendono la via della montagna se non voglion finire nell’esercito nazifascista di Salò o deportati nei campi di concentramento tedeschi, e intanto 600mila i deportati tra loro. E da subito le donne organizzate in prima linea a rifornire di abiti i giovani soldati che si liberano della divisa e a nasconderli per poi sostenerli nella clandestinità della Resistenza. Le due Italie, militarmente politicamente e geograficamente divise, la repubblica di Salò con a capo Mussolini fatto fuggire dai tedeschi e quella del primo governo Badoglio a Brindisi, sotto occupazione alleata, riconosciuto anche da Urss, l’Armata rossa che avanza liberando dai nazisti tutto l’est europeo. In Italia la riorganizzazione dei partiti politici che han combattuto il fascismo, (comunisti e Giustizia e libertà unici ad avere organizzazione clandestina), e della CGIL promanazione dei partiti stessi, prepara la riscossa, mentre gli alleati risalgono il paese e gli scioperi del marzo 1944 a rendere di nuovo chiaro quanto sia determinante il ruolo dei lavoratori politici nella formazione dei giovani dentro le brigate partigiane che si vanno formando. E ancora in fabbrica dove c’è da salvare gli impianti dai tedeschi che vogliono smontarli e portarseli in Germania, i padroni in fuga, lo sport più praticato dalla classe dirigente del tempo in Italia, gli operai a gestire le fabbriche attraverso nuove forme di Consigli, traduzione della parola russa soviet. Imponenti cortei di donne durante quegli scioperi, sfidando arresti e deportazione, 12mila i lavoratori italiani che muoiono nei lager, ma certo si consolida quel nesso inscindibile fra lavoratori organizzati e lotta partigiana di Resistenza a fianco degli eserciti alleati, un paese che riconquista la sua dignità, su quella prima unità operaia si fonda infatti il futuro. A denuncia dei morti di oggi sul lavoro, ormai trasformato in merce, ma è da lì che parte la nostra rinascita e non dovremmo mai dimenticarlo.
E poi il secondo governo Badoglio dei partiti antifascisti rappresentati nel CLN, Togliatti appena rientrato da Mosca, e la liberazione di Roma attraverso la dura lotta dei Gap cittadini il 4 giugno, quando si forma il governo Bonomi (ancora con tutti i partiti del CLN,) mentre gli alleati si attestano nella linea gotica, fino alla liberazione il 25 aprile, ancora attraverso lo sciopero insurrezionale proclamato dal CLNAI a segnarne il destino, attraverso la mobilitazione delle fabbriche nelle città del Settentrione.
L’Italia trova la sua unità si ricostruisce interamente col movimento partigiano che la attraversa da Sud a Nord, dalla Sicilia alle 4 giornate di Napoli alla Brigata Maiella, i militari del Meridione tra le rinate forze armate a fianco agli alleati. Tanti i meridionali, così come i sardi, nelle formazioni partigiane operanti nel centro nord e all’estero come in Iugoslavia.
Il 6 giugno nasce l’ANPI Associazione nazionale partigiani d’Italia, a rappresentare questo forte movimento di resistenza nel paese, (per questo son tornata indietro a rappresentare l’intero quadro popolare)mentre al nord la lotta armata assume caratteri permanenti e di grande rilievo. Formazioni inquadrate in brigate, divisioni, bande, le garibaldi comuniste, quelle di giustizia e libertà del partito d’azione, le Matteotti socialiste, le cattoliche, le formazioni militari, quelle autonome e quelle all’estero.
Unità di tutte le formazioni partigiane, riunite nel CLNAI rappresentante al nord del legittimo governo italiano insediato a Roma liberata. Circa 200mila partigiani combattenti inquadrati nel Corpo Volontari della Libertà, organismo unitario agli ordini CLNAI, che comprende anche i Gruppi in difesa donna, i partigiani a fianco dell’esercito alleato con a capo il generale Cadorna e Argenton liberale, Parri partito d’azione, Longo comunista, Enrico Mattei democristiano, Stucchi per il Psiup. (232.481 i partigiani combattenti, con) la saldezza dell’organizzazione politica, per la pace, per la democrazia e una nuova Costituzione. Giovani combattenti sopratutto, che vogliamo parlino ancora alle ragazze e ai ragazzi di oggi, enormi i sacrifici di vite umane, di sofferenze, 15 mila le vittime delle stragi nazifasciste, dalle Fosse Ardeatine a Marzabotto, con sostanziale impunità per i carnefici. 2.650 le vittime al sud e nelle isole, mentre si consuma l’olocausto contro ebrei, zingari oppositori politici, militari.
La Storia dell’Anpi, poi Ente morale, associazione di combattenti con personalità giuridica, è nella Storia d’Italia, già dal costituirsi del CLN, una Storia dell’Italia particolarmente avvincente che non sempre si conosce abbastanza. Nel suo Statuto: riunire i combattenti contro il nazifascismo per restituire al paese libertà e contribuire alla costituzione di un regime democratico, il diritto dei partigiani a partecipare alla ricostruzione, promuovere centri di lavoro contro la disoccupazione. Già tra il 45 e il 50 i primi Convitti-scuole Rinascita aperti dall’ANPI nelle città del nord, quando la maggior parte degli italiani non sa ancora cosa sia la democrazia in mezzo alle macerie della guerra.
Il governo Parri e la Consulta nazionale, sono 16 i membri nominati dall’ANPI a farne parte, da Argenton a Boldrini a Enrico Mattei se conoscesse la storia la Meloni, che lo nomina mattina e sera, le toccherebbe pronunciare anche la parola antifascista. E l’Assemblea costituente a scrivere la nuova Carta, in vigore nel 48 e il voto alle donne, che han fatto irruzione nella storia in modo organizzato proprio durante la Resistenza,i passaggi di una vera epopea, nuovi i protagonisti, così per il Primo Congresso ANPI a Firenze nel ‘47, Boldrini presidente, partigiano Bulow, medaglia d’oro al valor militare.
E tuttavia fin dalle elezioni del 18 aprile per il primo parlamento della Repubblica, già rotta unità antifascista delle potenze che hanno liberato l’Europa dal nazifascismo, la guerra fredda contrappone Usa Urss, in Italia la cacciata delle sinistre dal governo de gasperi, nasce il MSI di cui Anpi chiederà subito lo scioglimento. E poi nel 49 il Patto atlantico e poi la Nato suo braccio armato, contro l’est europeo, mentre l’ Italia, 2 milioni di disoccupati sopravvive con gli aiuti dell’Unrra e una politica economica particolarmente rigida nei confronti delle masse popolari.
E poiché non si era proceduto a una seria epurazione di quegli apparati statali particolarmente compromessi con la dittatura, neppure per i crimini più efferati, pubblica amministrazione, magistratura, forze armate, vicevera, nel periodo 48-54 il vero processo è contro i partigiani, già da tempo a chiedere di far parte delle forze armate il Corpo volontari della libertà, che vengono invece cacciati a migliaia dall’esercito. Oltre 1600 gli arresti (1697), 5.800 (5806) gli anni di carcere comminati, per reati che sarebbero stati commessi dopo la fine della guerra ai danni dei fascisti. Prevale la continuità dello Stato, una linea appoggiata dagli Usa in piena guerra fredda che, della dc, apprezzano la scelta filo occidentale e il rigido anticomunismo, dice Paul Ginsborg, “Polizia e carabinieri non solo vennero epurati da tutti i partigiani ma furono incoraggiati a intervenire con forza e brutalità contro tutte le manifestazioni operaie e contadine”. E De Luna, “gli anni dello scelbismo 48-54: “75 morti in conflitti con le forze dell’ordine, 148.269 arrestati, 61.243 condannati per reati compiuti nel corso di azioni di protesta e di lotta. Comminati 20.426 anni di carcere: “un bilancio pesante, dice lo storico, il prezzo pagato nel difficile processo d’impianto della democrazia in Italia”.
E l’ANPI non può che sostenere i perseguitati e mantenere aperto il dialogo fra le correnti politiche ormai schierate su fronti opposti, nasce Patria indipendente la sua Rivista, Lussu e Repaci tra i dirigenti, Pertini alla presidenza onoraria nel Congresso del ‘52, contro i nuovi pericoli di guerra rinascono i partigiani per la pace. Particolarmente impegnati nelle lotte popolari del tempo in uno ampio schieramento antifascista, fin dalla legge truffa, il maggioritario proposto da De gasperi nel 53 e poi battuto, e poi contro il governo Tambroni nel 60 che vuole fare maggioranza con i fascisti.
Ma già, dall’ostruzionismo costituzionale degli anni Cinquanta, si sta passando al disgelo, nel ‘58 la bandiera del Corpo volontari per la libertà insignita di Medaglia d’oro al valor militare, lo sguardo dell’Anpi or rivolto ai movimenti di liberazione del terzo mondo, in Italia a fianco dei movimenti giovanili e operai negli anni sessanta, lo sguardo rivolto ai temi della vita politica e sociale, la Costituzione come reale risposta a tutti i problemi, così durante il tempo della sua applicazione scuola dell’obbligo, nazionalizzazioni diritto famiglia, divorzio, riforma sanitaria, Stato sociale e Statuto dei lavoratori.
Gli anni settanta dunque della applicazione della Carta ma anche della strategia della tensione, dello stragismo fascista e del terrorismo brigatista, l’Anpi e i movimenti democratici contro la violenza dell’eversione, e subito dopo contro la corruzione, loggia 2, terrorismo e mafia. E c’è da combattere il revisionismo storico nel suo attacco alla Resistenza finalizzato anche alla delegittimazione della Repubblica, durante i governi Berlusconi. Durante un processo di Unità europea, dopo la fine dell’Urss, che nasce a ridosso della guerra nella Ex Iugoslavia, l’Anpi contro la guerra nel cuore dell’Europa stessa, appunto. Verso la globalizzazione, dunque, quando la storia più che finire vede rovesciarsi l’orizzonte, l’economia a controllare la politica, a pretendere di governare i processi sociali, autoritarismo e ultraliberismo della destra, cui non mancano le adesioni del centro sinistra, dal titolo V che porta all’attuale autonomia differenziata, fino al pareggio di bilancio in Costituzione.
E’ un quadro complessivo che impone scelte nuove anche per l’Anpi, aprire a chi non è stato partigiano, proprio mentre i più anziani vengono meno, allargare la partecipazione e darsi con coraggio nuovi obiettivi. Nel 2006, contro Berlusconi che vuole modificare la Costituzione, aprirsi a chi è venuto dopo la resistenza, riforma dello statuto dell’ANPI, durante la presidenza Smuraglia: l’Anpi la casa di tutti gli antifascisti, canale di trasmissione, tra le generazioni, della memoria e dei valori della Resistenza e di attuazione della Carta. Che chiede verità e giustizia su stragi nazifasciste 1943-45, il famoso armadio della vergogna, e si oppone al progetto governativo 09 che equipara republichini di Salò ai partigiani. E vuole combattere le diseguaglianze, di fronte a jobs act e buona scuola del centro sinistra, tesi a indebolire fortemente la stessa azione sindacale.
E’ su questo programma, dal 2009 che si aprono sedi ANPI in tutte le province, responsabile organizzazione Luciano Guerzoni come oggi Carlo Ghezzi, fino al No al referendum 2016 in difesa della Costituzione contro il governo Renzi. Cresciamo dunque durante queste importanti scadenze, che si affiancano alla nostra politica, con Carla Nespolo, Mai più fascismi mai piu razzismi (nel 2018) e con Pagliarulo, l’impegno per l’unità dei movimenti e dell’associazionismo democratico a fianco alla Cgil nella lotta per il lavoro, contro il riarmo e la guerra. Ma siamo noti anche per le feste, nazionali dal 2008 a Gattatico all’Istituto Alcide Cervi, e poi Portella della Ginestra2010, e a Marzabotto 2012 e a Carpi Fossoli 2015, sempre nei luoghi della memoria, a fine mese, appuntamento a Bologna.
Oggi siamo certo ancor più attrezzati che nel passato, siamo ente formatore nella scuola, a Cagliari un protocollo con Scienze politiche, un portale web sulle stragi nazifasciste, collaborazione con l’istituto Parri. Il memoriale della Resistenza nel 2019, curato da Gad Lerner e Laura Gnocchi, partendo dal quale si preparano spettacoli in tutta Italia per l’80° appunto, la nostra linea editoriale dei libri di Bulow dal 2008, un ufficio stampa permanente e la nostra rivista Patria diretta da Natàlia Marino, puntuale nell’informazione a partire dalla Galassia neofascista e neonazista nel mondo. E poi Memo, nato in questi giorni, mappa dei monumenti, lapidi, sentieri della Resistenza italiana.
Il valore di tutta questa storia qui narrata, e concludo, sta nella funzione che l’Anpi vi ha svolto a memoria dell’importante impegno che ancora ci viene richiesto, grazie alla forza dei nostri 153mila iscritti. Governa il nostro paese una destra a trazione post fascista, e chissà per quanto tempo ne avremo ancora dato l’esito elettorale, espressione di una classe dirigente che quando entra in crisi diventa eversiva, ci insegna Gramsci. E dunque, come dice bene il nostro Presidente Pag1iarulo, è ancora tempo di Resistenza: a partire dai nostri 80 anni celebrati a Roma il 6 giugno, commovente l’intervento di Aldo Tortorella, partigiano Alessio. Da questi 80 anni, Auguri dunque di lunga vita all’ANPI .

1 commento

Lascia un commento