Colonialismo energetico. La Sardegna unita deve dire no

5 Giugno 2024
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Andrea Pubusa

Del colonialismo militare sappiamo tutto. Libri e analisi si sprecano e hanno chiarito quanto diffusa e assorbente sia la presenza militare nella Sardegna. Ci sono state e ci sono molte battaglie quantomeno  per un ridimensionamento di questa presenza. Ma il governo ha sempre detto no a muso duro.  L’ultimo no lo ha proferito Crosetto con tono perentorio. Gli interessi in gioco sono fortissimi. Le lobby delle armi e la ripresa di una politica apertamente imperialista dell’occidente a guida USA-NATO. Si sta giocando irresponsabilmente il conflotto atomico, immaginiamoci se un governo servile come quello italiano si sfila e quandomai aprono bocca le aziende produttrici di armi che fanno affari d’oro sul sangue e le sofferenze dei popoli.

Analogo è l’atteggiamento governativo sull”energia. Pale e pannelli solari dapertutto, una invasione. C’è dunque un primo evidente problema. Quanta parte delle installazioni deve gravare sulla Sardegna? C’è un limite da fissare. Ci deve essere una distribuzione sul piano nazionale. E poi, secondo problema, deve o no la Sardegna indicare i siti per l’istallazione? La risposta è intuitivamente positiva. Adesso chi fa domanda di installazione, guarda cartine geografiche che non dicono nulla sulla situazione. Ci sono siti archeoligici? Si tratta di aree agricole? Le carte son mute. Ed ecco domande a ridosso di nuraghi, di altri siti importanti, in aree dove esistono aziende agricole di pregio. E la legge dice che le esigenze energetiche hanno la prevalenza. Di qui il caos attuale, a cui la Sardegna si sta ribellando. Bene ha fatto la presidente Todde a porre la questione al primo posto. Bene ha fatto anche a presentare un disegno di legge che sospende le installazioni per un anno e mezzo. Va bene? Ci sono punti deboli? Si apre la discussione. Il testo può essere migliorato o cambiato. Chi può dare un contributo lo dia, ma lo faccia con spirito costruttivo, tenendi conto che la questione riguarda tutti i sardi, non questa o quella cordata o partito.

La Todde ha fatto bene anche a incontrare il ministro. Il tema deve essere  affrontato e risolto con una leale collaborazione Stato/Regione. E bene fa a lamentare la sordità di Picchetto Fratin. Ciò che sorprende e preoccupa è la reazione dell’opposizione che attacca la Todde, anziche’ proporle su questo tema un fronte comune. Si svilisce così una questione centrale, riducendola a piccola polemichetta elettorale. No, qui si sta parlando di una nuova colonizzazione dell’isola. Una questione su cui far cescere un movimento unitario di massa. O vogliamo mostrarci di fronte alle multinazionali energetiche come apparimmo ai colonialisti spagnoli: pocos, locos e malunidos?

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