2 giugno la conquista della Repubblica, ma non tutte le aspettative si sono realizzate, anzi siamo tornati pericolosamente indietro

3 Giugno 2024
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Andrea Pubusa

Certo la conquista della Repibblica è stato un passo avanti epocale per l’Italia. La monarchia sabauda ha oppresso prima la Sardegna e poi l’Italia. Sempre coi  ceti privilegiati e improduttivi, sempre contro le forze progressive e le masse dei lavoratori. In Sardegna contro i moti antifeudali, capeggiati da Giommaria Angioy a fine  ‘700, in Italia contro il Meridione dopo l’Unità. Il colpo di Stato a sostegno del fascismo e di Mussolini riproduce in grande quello contro Angioy a favore dei barones nel giugno del 1796. Il voto del 2 giugno 1946 ha cacciato un re che con la guerra aveva mandato il paese allo sfacello. La repubblica è quindi una grande conquista democratica del popolo italiano, cui è seguita la Costituzione repubblicana. Eppure quanto è avvenuto dopo non è in linea con questa premessa. La prima legjslatura col governo De Gasperi, è stata caratterizzata  dallo “scelbismo”, ossia da una politica, impersonata da ministro dell’interno Scelba, che ha represso duramente i lavoratori, ha espulso dall’amministrazione funzionari antifascisti, provemienti dalla Resistenza, e ha mantenuto e rimesso in sella quelli compromessi col fascismo. Nella prima legislatura c’è stato un vero e proprio ostruzionismo costituzionale. La repubblica è fondata sul lavoro ma si reprimono i lavoratori a favore del padronato. Non vengono istituite le regioni ordinarie, mantenendo il centralismo statale. Non viene istituita la Corte costituzionale, organo di garanzia della Costituzione. Si arriva addirittura con Tambroni a reimbarcare i fascisti neĺl’area di governo, accettando l’appoggio esterno del MSI.
E Tambroni si dimise a seguito di una  rivolta popolare, costata molti morti. Solo allora si ebbe un cambio di passo che portò poi al centrosinistra. E’ allora che si ha un disgelo costituzionale con la scuola dell’obbligo, la nazionalizzazione dell’energia elettrica, poi l’istituzione delle regioni, lo Statuto dei lavoratori, la riforma del diritto di famiglia, insomma, un grande balzo in avanti nel segno della Carta. Sul piano politico generale si e avviato il processo per l’ingresso del PCI nel governo (compromesso storico).
E ora a che punto siamo?  E’ successo di tutto. La vittoria degli USA sull’URSS ha squilibrato tutti i rapporti a livello internazionale e nei singoli Stati. Così in Italia si sono sciolti i partiti storici che avevano fatto la Costituzione e questa è tornata in sofferenza. Ora, della Costituzione formale non rimane quasi nulla, la costituzione materiale è molto distante. Il lavoro è compresso, molte libertà sono solo enunciate, pensate alla ai media, ridotti, salve qualche rara eccezione, a propaganda. E chi non accetta il pensiero unico? Viene inserito in liste speciali ed emarginato. Chi critica la politica imperialistica USA, ad esempio, è putiniano.  E la sovranita popolare? Leggi elettorali abnormi e incostituzionali, impediscono una corretta rappresentanza popolare.  Comandano delle élites politiche ed economiche. L’uguaglianza sancita dalla Costituzione è una chimera. Viene violato l’art. 11 cost. inviando armi all’Ucraina. In Italia al governo ci sono i neofascisti. Non hanno i gambalj, ma si i accingono a sfasciare la Costituzione col premierato, l’autonomia differenziata, la manomissione della disciplina sulla magistratura. Siamo tornati al punto di partenza. C’è continuità col regime, rivisto e corretto.
E allora, che fare? Più che festeggiare  la repubblica con parole roboanti di circostanza, bisogna riprendere la lotta per inverarne lo spirito originario, democratico e antifascista.

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