Gianna Lai
Oggi, domenica, nuovo post sulla storia di Carbonia, dal 1° settembre 2019.
Si apre a settembre la Mostra del libro e della stampa democratica nella piazza Roma, che ospita anche il Convegno degli Amici de L’Unità, e prosegue poi per tutto il mese l’iniziativa culturale, coinvolgendo in particolare donne e giovani comunisti. A chiusura, il comizio di Velio Spano, presenti oltre 10.000 persone, che plaude all’unità sindacale raggiunta in quei mesi sulle questioni della miniera e sull’organizzazione della lotta, Carbonia innanzitutto problema sociale prima che tecnico ed economico. E denuncia, l’oratore, le posizioni di Pietro Melis, secondo il quale sarebbero gli operai del Nord i responsabili della crisi mineraria assicurandosi, con le loro lotte, salari più alti a danno dei più deboli: il Psd’az ancora fermo alle posizioni localistiche dell’immediato dopoguerra, questa l’accusa da parte de comunisti e dei sardisti di Lussu, nonostante l’entrata in vigore dello Statuto regionale, norma di valore costituzionale.
Nei giorni immediatamente successivi, la nascita della “Associazione minatori” promossa, appunto, dalla Camera del lavoro e dalla Cisl territoriale, di fronte alle nuove emergenze che minacciano la sopravvivenza stessa della città, a partire dal costante ritardo nel pagamento dei salari, come denuncia L’Unità del 26 novembre, che si protrae fino al mese di dicembre. A ottobre il primo accreditamento di 240 milioni di lire, attinti dai fondi stanziati per il risanamento del bacino, ricorda Pirastru su L’Unità del 23 novembre, “si stornano i fondi destinati al risanamento per risolvere le necessità dell’ordinaria gestione”. E la direzione ancora rifiuta di ricevere le organizzazioni sindacali per discutere di salari e della loro rivalutazione, non accettando di trattare di fronte agli operai in sciopero. Mentre in tutta segretezza si svolgono le indagini sulla Cassa assistenza Carbosarda, proprio in riferimento al disordine amministrativo che caratterizza gli uffici della Ceva, come denuncia L’Unità del 26 novembre, pur se “nessuna accusa è stata elevata contro i funzionari Smcs, che avevano l’incarico di controllarne la gestione”. E se le Commisssioni interne riescono a imporre la revoca dei licenziamenti comminati per lo sciopero contro il mancato pagamento dei salari, Concu e Saruis, attivisti del Pci, i primi a rientrare in miniera dopo una sospensione di tre giorni, da questo momento vengono trasferiti a pozzo Vigna gli operai che si intende allontanare, o già destinati alle imprese di Tratalias: squalifica da minatori a manovali, prima del definitivo licenziamento per fine lavori. Squalifiche professionali, così come avvengono in tutte le fabbriche della Sardegna per la grande debolezza del movimento, denuncia L’Unità del 23 novembre, con forza osteggiate dalle Commissioni interne di miniera che, col sostegno di Cgil e Cisl, chiedono inutilmente venga istituita una Commissione mista di controllo, azienda-rappresentanze operaie, per discuterne 3)Vedi L’Unità del 15 dicembre. Ma è lo stesso Fioretti, nuovo dirigente, che a loro si rivolge poi a dicembre, sollecitandole a esercitare nuove pressioni sui sindacati per ottenere dallo Stato il pagamento degli stipendi, ostinatamente continuando, la Smcs, a rifiutare incontri diretti. L’intervento del presidente della Regione Crespellani sblocca la situazione, a dicembre, pur restando insoluto il problema del pagamento dei salari, mentre la mobilitazione cresce: direttivi unificati Cgil - Cisl e assemblee di tutte le categorie, per esprimere solidarità ai minatori, ricorda L’Unità del 2 e del 6 e dicembre.
E al Supercinema ancora assemblea con Velio Spano “contro la guerra e contro la miseria”: si parla dell’aggressione americana in Corea diretta contro la Cina, secondo la politica di Truman, e delle Assise del Mezzogiorno, tenute in quattro città del Meridione, sul piano Cgil e per la rinascita. Fino alle iniziative assistenziali di massa in preparazione di una grande inchiesta sulla miseria del Mezzogiorno e delle isole: “una crociata di solidarietà contro la miseria”, per la realizzazione degli obiettivi espressi attraverso il piano di lavoro e il piano di rinascita del Meridione. Adesione di tutte le categorie della provincia, mentre in Consiglio regionale Pci e Psi presentano la loro mozione contro la miseria e per l’assistenza durante il periodo invernale: lavori pubblici regionali, cantieri in agricoltura, opere di pubblica utilità, massimo impegno di manodopera, sospensione dei licenziamenti, concessione di un sussidio straordinario per i disoccupati e di un contributo dello Stato alla Regione per assolvere a questi impegni. E le Commissioni interne per un piano solidarietà: procrastinare l’assistenza da parte della mutua ai lavoratori ammalati oltre i tre mesi; alle aziende, autorizzazioni perché nelle loro mense ospitino 15-20 lavoratori disoccupati e, per la raccolta di rottami, siano autorizzate a devolvere il ricavato ai comitati assitenziali.
Ancora contro la miseria e contro la guerra, il professor Macchia dell’Università di Roma, membro del Comitato partigiani per la pace, tiene una conferenza a Carbonia, nella sala consiliare, sindaco il professor Maxia, sul secondo Congresso dei partigiani per la pace di Varsavia: si approvano i 9 punti di Varsavia, contro l’atomica, il patto atlantico, la dichiarazione di guerra del presidente Usa e contro l’imperialismo americano: a Carbonia sono 34.000 i partigiani della pace. 3)Vedi L’Unità del 3-12-13-19 dicembre 1950
1 commento
1 Aladin
17 Marzo 2024 - 15:52
Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=152385
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