L’uguaglianza, ecco la meta più importante

11 Marzo 2024
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Andrea Pubusa

L’8 marzo è sempre un’occasione importante per parlare di eguaglianza. La disparità uomo/donna è nella storia quella che grida maggiormente vendetta, ancorche’ si svolga in un contesto generale di diseguaglianza fra ceti dominanti e subalterni. In certo senso la posizione deterìore della donna è doppia perche’ soffre di una duplice diseguaglianza, quella generale e quella entro il suo ceto sociale. E permane, nonostante le conquiste degli ultimi decenni, che hanno visto proclamare solennemente nelle Carte costituzionali  il principio fondamentale dell’uguaglianza anche fra i sessi.

In Italia, l’art. 3 Cost. pone l’eguaglianza come finalità centrale dell’ordinamento non solo sotto il profilo formale, di fronte alla legge, ma anche sotto l’aspetto sostanziale, uguaglianza effettiva. Del resto - si sa - per essere uguali davanti alla legge occorre avere la capacità di esercitare i diritti e per far questo ci vuole una posizione sociale non subalterna. L’art. 3 inserisce nell’ordinamento una tensione permanente verso l’uguaglianza, sempre da raggiungere e inverare. E, nonostante questo, le diseguaglianze sono aumentate in modo clamoroso nell’ultimo mezzo secolo. Il processo parificatore, avviato, con molti limiti e contraddizioni, a fine guerra, si è inceppato. Col prevalere dell’iperliberismo le diseguaglianze, attenuate fino agli anni ‘70, sono cresciute a dismisura, giustificate, ostentate in modo scandaloso. Si sente nelle manifestazioni di questi giorni evocare il patriarcato come nemico da abbattere, ma, detto con franchezza, il patriarcato mi sembra in occidente un fenomeno in larga misura superato. Almeno quello classico che vede in famiglia la supremazia indiscussa del padre. Se ci si vuole riferire ad una prevalenza maschile nella società, questo è vero. Fa parte della seconda subalternità della donna accanto a quella che colpisce i ceti inferiori. Del resto una donna che non lavora fuori di casa, perche’ fra le mura domestiche lavora sempre, e senza dubbio non libera.  Una lotta complessa quella della parità di genere che va continuata e alimentata, congiungendola a quella, di classe, che punta ad una uguaglianza più generale. Ci vorrà tempo e perseveranza. Stiamo parlando della liberazione dell’umanità.

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