Andrea Pubusa
Avete letto i risultati della analisi dell’Istituto Cattaneo sulle elezioni sarde? Emerge un dato evidente anche empiricamente nel corso della campagna elettorale. La Todde è piaciuta per il suo tratto gentile, garbato ma al tempo stesso appassionato e competente. In una parola una persona onesta e affidabile. Una donna. Una persona col proposito di unire. E’ così è riuscita a trasformare una ammucchiata di sigle in uno schieramento compatto, in una comunità senza barriere o conflitti interni. Tutti hanno remato uniti, nessuno ha fatto fronda. Un miracolo!
Questo spiega perche’ la Todde - come attesta l’istituto Cattaneo - è l’unica dei candidati ad aver goduto del voto disgiunto, trovando in questo consenso, sopratutto a destra, i numeri per la vittoria nel tiratissimo rush finale.
Questo dato mostra anche il macroscopico errore di Soru quando ha chiesto le primarie per far fuori la Todde e, manco a dirlo, per mettere se stesso. Questo spiega anche il flop clamoroso di mister Tiscali. La sua rottura nella consapevolezza di dare una mano potente a Truzzu. Tutti hanno capito che un voto a Soru equivaleva ad un voto a Truzzu. Soru pensava, nella sua ben nota cecità politica, di fare ciò che ha fatto la Todde. Ma mentre questa era portatrice di un messaggio gentile, la rivoluzione di Soru si fondava non sulla gentilezza, ma sulla ruvida contrapposizione alla Todde e al centrosinistra.
Truzzu era palesemente inadeguato al ruolo di presidente, ma la destra confidava su Soru. Non ha considerato la forza attrattiva della Todde. Se un merito si può dare alla scellerata rottura di Soru è di aver allentato la guardia della destra. E se questa avesse candidato, anziche’ Truzzu, anch’essa una donna? Quella Alessandra Zedda, che si era proposta? Forse oggi staremmo facendo discorsi diversi. Insomma, come talora accade, le azioni volte al male portano per vie insondabili e imprevedibili al bene.
1 commento
1 Aladin
1 Marzo 2024 - 01:17
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