Andrea Pubusa
Ora per Todde viene il momento della verità, delle scelte. Dico subito che non mi è piaciuta la prima dichiarazione: “non mi ricandiderò”. Se si ricandiderà o meno si deciderà a fine legislatura in base ai risultati e al giudizio dei sardi. Adesso non si può e non si deve dir nulla in proposito. È del tutto prematuro. Questa è ovviamente una osservazione secondaria. Ben più importante è la frase molte volte ripetuta dalla presidente: “sceglierò in base alle competenze”. Questo è un aspetto fondamentale, decisivo. Ma, ahinoi!, si leggono già sui media sardi le percentuali, tot ai cabrasiani, tot a questo, tot a quello. La Todde deve dare un colpo di spugna a questa logica. Deve ovviamente tener conto delle diverse sensibilità esistenti nel centrosinistra, ma competenti ce ne sono in ogni area di pensiero. Ma deve essere la competenza, non la subordinazione a questo o quel capo bastone l’elemento dirimente. Naturalmenge nessuna apertura a Soru per indegnità ad essere riammesso nel centrosinistra e perche’ in politica ovunque è intervento ha introdotto divisioni e rimediato sconfitte.Allontanarsi da questa impostazione vuol dire perdere in partenza, sottomettersi a diatribe, tatticismi deteriori, rinunciare alla funzione e al ruolo dirigente del Presidente della Regione. È il presidente che nomina, lo deve fare con raziocinio ed equlibrio, ma deve farlo. D’altronde, la Todde deve mettere sul tavolo il fatto che la vittoria eĺettorale: di strettissima misura, è dovuta in larga parte alla sua persona, che ha saputo guadagnare la fiducia del mondo democratico sardo, lo ha saputo unire e mobilitare, battendo insieme Truzzu e il subdolo boicottaggio di Soru. In una parola, lei oggi è un presidente forte e autorevole e deve agire senza timidezze e intralci.
Le nomine poi devono seguire il programma. E bisogna tener conto degli obiettivi di breve e di lungo termine. Talvolta questi si mescolano. La legge elettorale può essere uno di questi. Nei primi cento giorni bisogna presentare un testo di tipo proporzionale, combinandolo con la elezione diretta, che ormai pare un dato acquisito. Non si può tornare alle crisi di mezza legislatura per fare un cambìo di presidente e di assessori. A piu lunga scadenza le proposte di revisione statutaria. Qui bisogna ispirarsi all’elaborazione dei grandi pensatori sardi da Angioý ad Asproni, da Tuveri a Gramsci e Lussu, tutti federalisti e non separatisti. In questa linea di pensiero c’è materia per ribaltare l’impostazione statutaria attuale, fondata in ogni materia sulla prevalenza della volontà statuale. Ci sono campi in cui la volontà della Sardegna deve essere prevalente.
Poi per la parte più urgente basta leggere i giornali sardi. Sanità, trasporti, scuola e tanto altro.
C’è molto da lavorare, non c’è tempo da perdere. Cinque anni son tanti, ma tanti sono anche i guai. Bisogna partire subito e bene.
3 commenti
1 Aladin
29 Febbraio 2024 - 04:41
Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=152142
2 Aladin Franco Meloni
29 Febbraio 2024 - 08:52
Anche su aladinpensiero online: https://www.aladinpensiero.it/?p=152142
3 Pigmalione
29 Febbraio 2024 - 12:38
Lei, professore, come valuta la possibilità di conservare il voto disgiunto nella prossima legge elettorale?
Risposta
Negativamente, perché penso che vi deve essere sintonia fra il voto per formare il Consiglio regionae e la sua maggioranza e la scelta del Presidente.
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