Bianchini: questione morale e giudizio di colpevolezza

16 Luglio 2009
1 Commento


Andrea Pubusa

Se la prima dichiarazione di Ignazio Marino poteva suscitare risentimenti, la seconda è ineccepibile. “Quello che ho segnalato - ha precisato il candidato alla segreteria del Pd - è che con la nota vicenda di Roma è successo qualche cosa che non doveva accadere e per questo dobbiamo interrogarci. Lo ripeto: non può accadere che una persona che ha avuto problemi con la giustizia tredici anni fa per un reato odioso e ignobile come la violenza sessuale, finisca a coordinare un circolo del Pd”. Ecco questo è il punto: quale capacità di giudizio hanno gli iscritti al PD nella scelta dei propri dirigenti? Il problema non è tanto quello di chiedere ai candidati un certificato del casellario giudiziario o di carichi pendenti, che ormai non si chiedono più neppure nelle gare d’appalto, essendo sufficiente un’autocertificazione. La questione è più profonda e involge l’attività della comunità degli iscritti. In un partito di massa, fortemente legato al territorio e impegnato in un’azione continua nel quartiere, nei luoghi di lavoro o nel sindacato, i trascorsi di quanto chiedevano la tessera erano noti o facilmente individuabili. Nel PCI un incidente di questo tipo era difficilmente ipotizzabile, anche perché Bianchini aveva già avuto un episodio di accertata violenza sessuale, ancorché trattato con assurda superficialità dagli organi giudiziari. “Non è imputabile perché al momento dei fatti non era capace di intendere e di volere”, disse la sentenza di assoluzione, fondandosi su una perizia psichiatrica di un autorevole esperto. Ma la natura del fatto, al di là del giudizio della magistratura, era tale da precludere perfino l’iscrizione ad un partito come il PD. Tuttavia, finora questo partito non ha tessere e, in un’ossessiva ricerca del nuovo, non esercita alcun sindacato sulla qualità morale degli iscritti. Marino ha dunque ragione da vendere ed ha sollevato una questione quasi banale tanto è ovvia e fondamentale per un partito progressista.
Sarebbe consiliabile invece un po’ di prudenza nell’esprimere giudizi di colpevolezza sugli stupri su cui s’indaga. E’ vero che il gip Roberto Amorosi ha convalidato il fermo di Bianchini, emettendo contestualmente l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Tuttavia Bianchini si proclama innocente e si è offerto per il test del DNA. Non è poi neppure un indizio il materiale porno rinvenuto nella sua casa. Ce n’è tanto in giro e per fortuna tutte le insospettabili persone che lo acquistano o lo scaricano non sono solo per questo stupratori, neppure potenziali. Hanno solo bisogno di attizzare o appagare le loro fantasie erotiche (vedi sulla questione oggi in questo sito il bell’articolo di Tore Tedde). A carico di Bianchini non sembra esistano neppure conclusive prove testimoniali. E’ ben noto agli addetti ai lavori che queste vicende ad alto clamore mediatico accendono le fantasie e portano a dare per certo ciò che dev’essere provato. Infine, sul DNA si è dichiarato che ci sarebbe un alto tasso di compatibilità, ma non la certezza. Pertanto, gli inquirenti facciano le loro indagini, ma attendiamo conclusioni sicure. Ricordate l’ingegnere Elvo Zornita? Accusato di essere Unabomber, il bombarolo seriale che per tredici anni ha terrorizzato il Nord Est, è stato completamente scagionato, dopo che, per incastrarlo, si era perfino falsificato il materiale probatorio. Delle forbici erano state manomesse dal perito nominato dal giudice per farle corrispondere a quelle che erano state usate dal vero Unabomber, rimasto finora impunito. Sì perché in casi così gravi spesso l’ansia di trovare il colpevole induce a fozature anche chi ha come compito primario quello di ricercare la verità.
Attendiamo, dunque, la conclusione delle indagini e il loro vaglio critico nel dibattimento.

1 commento

  • 1 Massimo Marini
    16 Luglio 2009 - 08:58

    Ignazio Marino deve stare molto più attento a ciò che dice, dato che lo stanno aspettando al varco per screditarlo, demolirlo, marginalizzarlo, e soprattutto per cucirgli addosso un’immagine da estremista quale assolutamente non è. Ho l’impressione che, oltre alla strumentalizzazione dell’affermazione - da manuale, abbia infastidito più che altro la denuncia fuori dai denti delle pratiche poco trasparenti di tesseramenti e lottizzazione dei circoli. Ho trovato patetica la difesa della base enunciata da Franceschini all’indomani dell’uscita di Marino: “Marino in questo modo offende migliaia di iscritti ai Circoli territoriali”. Ma per cortesia, finiamola con queste frasi fatte di buonismo e retorica. Gli iscritti ai Circoli territoriali si sentono molto più offesi da una dirigenza che in questi due anni se n’è altamente infischiata di ciò che pensavano, chiedevano, si aspettavano.

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