Elezioni sarde: considerazioni e auspici fondati

3 Febbraio 2024
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Franco Meloni

Ho dei dubbi che i litigi tra Conte e Schlein abbiano ripercussioni sulle elezioni sarde. Gli elettori che seguono queste vicende costituiscono un’esigua minoranza e non certo le ricollegano alle questioni locali. Magari un tantino di più influenzeranno le prossime elezioni europee. Le elezioni sarde sono amministrative, laddove contano in misura significativa le conoscenze dirette dei candidati e le relazioni clientelari. Il voto d’opinione continuerà ad avere un peso, ma sarà ulteriormente ridimensionato dall’astensionismo. In prevedibile aumento. Gli elettori che avanzano tra la somma dei diretti interessati più i “cittadini attivi” e la generalità del corpo elettorale sono sempre meno. La disastrosa gestione del governo regionale dei cinque anni trascorsi, da parte dell’alleanza di centro destra, a trazione sardista/leghista, porta più al disimpegno che all’adesione a formule alternative. Con tutta probabilità se si facesse un ipotetico referendum sull’abolizione dell’Istituto regionale il risultato sarebbe favorevole, (nonostante il voto contrario dei dipendenti regionali!). Tanto sta sulle scatole ai cittadini la Regione, identificata soprattutto come un costo a loro carico. Ma, per disgrazia o per fortuna, ciò è impedito dalle leggi. Lo dico da amante della Costituzione repubblicana e dello Statuto sardo (da potenziare).
Al di là delle facezie questa questione dell’utilità dell’Istituto autonomistico e del come ripensarlo e riproporlo sarebbe dovuto essere uno dei temi centrali dei programmi elettorali e della relativa campagna.
Ma non divaghiamo troppo.
E allora che succederà, rebus sic stantibus? Io credo che vincerà la coalizione che più saprà mobilitare i propri candidati e i vari supporter per catturare il maggior numero di voti più o meno “interessati”. Ai quali si aggiungeranno i voti di opinione. Sul primo versante (i candidati consiglieri) le grandi coalizioni sono decisamente favorite. A occhio, tra le due, in maggior misura quella di centro sinistra. Mentre per quanto riguarda il voto d’opinione potrebbe allo stato essere favorito il centro destra, considerato il vento di destra che ancora soffia impetuoso nel paese, rappresentato da Giorgia Meloni, che infatti viene proposta come se fosse la candidata a presidente della Regione. A contrastare questo fenomeno servirebbe al centro sinistra una formidabile campagna elettorale di comunicazione che sapesse estrarre dai maxi programmi elettorali pochi punti, laddove dimostrare il disastro del governo uscente e avanzare la proposta virtuosa della sinistra.
Non invento l’acqua calda, perché tutto quanto proposto, si sta già facendo. Ma, dico io, solo in parte del tutto insufficiente e senza la necessaria convinzione, tale da catturare maggior numero degli elettori. Solo per fare un esempio su cose da fare, utilizzando i maxi manifesti. Sulla sanità: Giù le mani dagli ospedali e dalla sanità pubblica, diritto dei cittadini sardi! Sui trasporti: aerei, treni e autobus devono collegare in tempi rapidi e con tariffe economiche la Sardegna al resto del mondo e i paesi sardi tra di loro. Sulla corruzione: fuori i corrotti dalle Istituzioni. Nessuno dovrà arricchirsi con i soldi pubblici. Per noi l’onestà è l’etica sono i valori fondamentali.
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Scusate, non sto banalizzando, ma mi rendo conto di rischiare eccessive semplificazioni.
Solo una considerazione sulla candidatura alla presidenza. Ritengo che il confronto sia e sarà tra Alessandra Todde e Paolo Truzzu. Alessandra Todde ha tutte le qualità e condizioni per vincerlo, per essere la presidente di tutti i sardi per una fase nuova di speranza e rinascita della nostra Sardegna.
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