Carbonia.  “Di che cosa avete paura? Avete forse paura di quei mille operai di Carbonia che sono giunti stamane a portare la presenza entusiastica della classe operaia in questo Congresso?” Nelle conclusioni di Velio Spano, il duro giudizio contro la Dc assente

4 Febbraio 2024
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Gianna Lai

Oggi, domenica, nuovo post sulla storia di Carbonia dal 1° seettembre 2019.

Alla fine dei lavori, molto duro il giudizio di Velio Spano sugli assenti, “coloro che non sono venuti” a seguito della “scomunica che, contro il Congresso stesso, è stata pronunziata da un partito di maggioranza, dal partito di maggioranza nel governo nazionale e nella Giunta regionale… Di che cosa avete paura? Avete forse paura di quei mille operai di Carbonia che sono giunti stamane a portare la presenza entusistica, ma sopratutto indicativa e orientata, della classe operaia in questo Congresso? Noi non abbiamo paura degli operai di Carbonia e, se voi illustri assenti ne avete paura, noi vi diciamo: se voi foste veramente, come talvolta dite, a fianco degli operai di Carbonia, se foste capaci di interpretarne appieno le aspirazioni e di comprenderne la funzione qui in Sardegna, voi non avreste allora paura degli operai di Carbonia, perché li avreste con voi, li sentireste amici e per questo vi sentireste più sicuri nella vostra azione politica e ne avreste il cuore caldo di conforto. Di che cosa avete dunque paura? Delle bandiere rosse che sono venute a ornare anch’esse questo teatro? Ma la bandiera rossa è la bandiera della classe operaia, la classe operaia non la deve nascondere perché l’ha sempre portata avanti, perché l’ha portata avanti nelle sue lotte di classe, è vero, ed è rossa come simbolo, questa bandiera, perché bagnata dal sangue degli operai;… e la classe operaia è stata all’avanguardia in questa opera di redenzione e di liberazione… Ragionate… è il vostro dovere. È sopratutto il dovere di quei sardi che son stati eletti dalla volontà del suffragio del popolo a guidare i destini della Sardegna. Rifletta il presidente della Regione, riflettano gli assessori della Giunta regionale, riflettano quei consiglieri regionali che qui non son venuti e riflettano i dirigenti dei grandi partiti politici sardi”.

Quindi lettura della Mozione conclusiva, fondata su “l’utilizzazione più razionale delle risorse idriche e minerarie della Sardegna e l’eliminazione di ogni forma di sfruttamento monopolistico che ne distrugga o solamente ne turbi l’utilità sociale,… un’opera pianificata e democraticamente amministrata di bonifica e migliorie,… una politica di investimenti e di lavoro che assicuri il pieno impiego della manodopera, il miglioramento dei trasporti, della viabilità e delle condizioni igieniche”. Perciò, “nel più breve tempo possibile il piano, nel suo insieme, e i progetti di legge che possono assicurane la realizzazione, siano presentati e difesi nei due rami del parlamento nazionale e nel consiglio regionale”.

Eletti nel Comitato regionale del Movimento per la rinascita, Lussu, Spano, Laconi, Asquer, Lay, Tocco, Borghero, Cocco, Ibba, A.F. Branca, A. Congiu, L. Pirastu, il prof. Businco e consiglieri regionali e sindacalisti e ingegneri e avvocati. Così Emilio Lussu in chiusura, “Signori convenuti, Compagni! Io debbo innanzitutto un saluto a voi donne di Sardegna che siete venute in così gran numero ad arricchire il Congresso… e un saluto a voi, deputati e senatori,… e a voi delle organizzazioni sindacali nazionali”. E poi a Longo per la solidarietà del Pci e a Corona del Psi, a Cerabona, in rappresentanza del Mezzogiorno. E ai “compagni venuti da Torino, Milano, Genova, Firenze, Roma, Napoli,… e un caro saluto a te, caro Répaci, che ci hai fatto sentire la grande voce della cultura italiana,… la voce di Longo e Répaci che ci hanno ricordato la Resistenza”. Per poi chiudere al grido di Forza Paris!

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