A.P.
Ormai, messieurs dames, les jeux son faits, signori e signore, i giochi son fatti, gli schierament principali sono definiti. Come previsto, la destra, nonostante le frizioni, si è ricompattata e marcia unita in campagna elettorale. Razionalmente sa che si vince se si rimane uniti. Solinas dunque ingoia il rospo della non candidatura, pesante per un presidente uscente. Ma sa di dipendere dagli assetti e dalle decisìoni di Roma e nulla può opporre. Cercherà di avere una compensazione (un seggio europeo?), ed i suoi qualche assessorato e posti di sottogoverno. Il Psdaz purtroppo è questo, poco o niulla. Lo scarico di Christian vale solo la pretesa di Salvini di una compensazione sullo scacchiere continentale.
Come previsto, anche Soru tiene ferma la sua decisione. Senza offesa, bisogna ammetterlo non ha la razionalità di Solinas, non sa che 1:2 dà un mezzo, cioè metà, e con questa spaccatura, poche chiacchiere, si perde. Come è successo alle elezioni politiche scorse con la Meloni. I miracoli esistono in politica, ma non sono possibili in questi casi, la matematica non è un’opinione, ha regole ferree, invalicabili. Non è possibile che metà sia pari o di più di un intero. Soru poi è talmente pieno di sè che non contempla la possibiltà di un accordo onorevole sul piano del programma e degli assetti in caso di vittoria. Gli accordi sono di per sè un fatto positivo, moltiplicano le forze, ovviamente a condizione che siano fondati su obiettivi e uomini seri. Onestamente perchè Soru non si sia seduto ad un tavolo con la Todde non lo capiamo o meglio lo spieghiamo solo con la stolta presunzione e propensione al comando di mister Tiscali. A lui l’esito delle sue scelte non interessa, non lo tocca il destino dei sardi, che dalla sua azione scissionista possono avere solo grave pregiudizio. Lui vede solo se stesso. Il suo bel progetto, che illustra in ogni dove, può anche metterlo in un cestino o, se preferisce, riporlo in un archivio, perche’ non ha alcuna possibilità di diventare programma di governo. Non sarà mai sul tavolo più importante di via Trieste. La sua rivoluzione gentile rimarrà uno slogan per gli ingenui o i rancorosi, inventato da un buon pubblicitario.
E la Todde? Fa bene a combattere con entusiasmo per mobilitare e suscitare energie fresche e rinnovatrici, è un buon investimento per il futuro, ma l’esito di questa assurda vicenda sarà deciso dalla presentazione delle candidature. Anzi è già scritto. Il resto conta poco.
1 commento
1 Aladin Franco Meloni
22 Gennaio 2024 - 10:26
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