Soru con la sua candidatura regala la Sardegna alla destra

13 Dicembre 2023
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A.P.

L’altro giorno mi ha telefonato un vecchio compagno. Abbiamo iniziato a far politica insieme alla fine degli anni ‘60 ed abbiamo continuato, sognavamo di cambiare il mondo, di rivoluzionarlo, portando al potere la classe operaia e i ceti popolari. Un po’ come diceva Gramsci. Furono creatì anche i consigli di fabbrica. Ma le cose sono andate in senso opposto e anche se non abbiamo mollato, abbiamo perso, almeno per ora. Se addirittura la destra fascistizzante è al governo, gli errori che la sinistra ha commesso devono essere stati gravi, imperdonabili. A ben vedere c’è stato un lento suicidio, fino al colpo finale. Prima ci si è lasciati incantare dalle sirene della destra. La novità è il liberismo, questa la buona novella. Al diavolo il mondo del lavoro, la difesa dei lavoratori, la lotta dei ceti subalterni, al diavolo le organizzazioni di base, l’impegno per far crescere la coscienza di massa. Ogni cosa lasciata ai messaggi televisivi, alle dichiarazioni a distanza, via web.  Ed ecco così la destra più becera alla guida del paese. Il PD ha preferito non allearsi col M5S, per prendere un voto in più, e non ha fatto fronte unico per vincere le elezioni.
Col compagno al telefono scorriamo questi passaggi dolorosi, vissuti insieme, almeno da un certo punto sempre in difesa, perchè anche le battaglie vinte, erano in fondo difensive, come quelle sui referendum costituzionali. Nel 2016 il nostro avversario fu Renzi, ossia il leader del PD, e in Sardegna erano il presidente  Pigliaru e il sindaco di Cagliari Zedda, zerbini di Renzi.
Ora la storia si ripete. C’è un signore che dice di avere un progetto per la Sardegna e presenta una lista. Ritiene più democratico autocandidarsi che essere candidato da altri. Non si rende conto, nel suo egocentrismo, che può avere il progetto più bello del mondo, ma che non potrà mai farne un programma di governo perche’, spaccando il fronte anti destra, questa vincerà sicuramente, come la Meloni a Roma, grazie ad Enrico Letta.
Il mio compagno al telefono mi chiede cosa penso di Soru e della sua lista. Una follia, gli rispondo.  Possiamo fare una campagna elettorale dicendo belle cose, anzi, bellissime, ma con due liste senza alcuna speranza di vittoria. E nelle elezioni è questa che conta. Amen!

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