Roberto Mirasola
In quest’ultimi mesi abbiamo visto il proliferarsi di iniziative volte a presentare vari movimenti politici con nomi più o meno suggestivi e con richiami a novelle rinascite della Sardegna o evocativi di rivoluzioni più o meno gentili. Non si discute la capacità di chi si fa portatore di tali proposte, ma è legittimo chiedersi quale possa essere la prospettiva politica. Si è in grado di costruire un’alternativa che possa essere vincente non solo in Sardegna ma anche in Italia financo ad arrivare in Europa? Ecco a me sembra che i limiti di tali movimenti siano questi, una prospettiva solo sarda senza una visione né nazionale né Europea, come se la Sardegna fosse un’isola fuori da ogni contesto.
A questo punto è opportuno ricordare come si è arrivati a costruire la coalizione di csx. All’indomani della sconfitta alle politiche del 2022, qualcuno in Sardegna ha iniziato a fare della buona politica. Ci si è chiesti come poter essere alternativi alle destre che nel frattempo non si son fatte scrupoli di portare avanti politiche liberticide con un’idea sovranista che vede il suo asse portante in Marie Le Pen o nei paesi Visegrad. Con il Presidente della nostra amata Regione impegnato a recitare il ruolo di vassallo di questa infelice visione. Ci si è messi, dunque, al lavoro con l’obiettivo di costruire un’alleanza tra culture democratiche, autonomiste, indipendentiste, progressiste, socialiste e cattoliche che avessero la capacità e la volontà di riprendere il dialogo interrotto con il movimento cinque stelle. Percorso che inevitabilmente costituisce l’unica prospettiva percorribile se si vuole dare un’ alternativa sia alla Sardegna che all’ Italia. La buona politica è consapevole che niente è statico e si rifiuta di ragionare ideologicamente, questo ha consentito di comprendere che i cinque stelle, ad esempio hanno avuto l’intuizione di introdurre il reddito di cittadinanza che si è dimostrato uno strumento utile a contrastare la povertà. Finalmente una politica di redistribuzione del reddito. Si obietterà ma quello non era l’intento, forse, però ha aiutato tante famiglie in difficoltà. Altra sicura obiezione, ma i cinque stelle sono quelli delle ONG taxi del mare. Io stesso ho scritto al riguardo ma devo riconoscere che quello era il governo del Conte 1, la contaminazione con il pensiero progressista e democratico ha portato ad una diversa visione. Se poi vi sono ancora delle perplessità al riguardo, faccio notare che un’adeguata presenza di movimenti e associazioni di sinistra riequilibrano tale pericolo.
Conosciamo bene le dinamiche che hanno portato alla rottura nazionale, ma è indubbio che ci sono state forze capaci di riaprire il dialogo proprio in Sardegna, costruendo con fatica un laboratorio con l’obiettivo preciso di battere le destre. Pertanto, questo processo ha origini ben prima del 7 luglio, data che deve essere vista non come un inizio ma come il risultato di un lungo e difficile percorso. La Politica si è riappropriata del suo ruolo di mediazione tra le Istituzioni e i cittadini facendo sintesi nel nome di Alessandra Todde, chiamata a rappresentare le culture pima elencate. Unità e diversità visti come una ricchezza. Purtroppo, come spesso accade nello stesso giorno in cui nasce una coalizione nascono con essa anche le polemiche, le recriminazioni, i malumori che cercano di riproporre un passato che seppur nobile e con aspetti positivi non propone un’alternativa al di fuori della Sardegna. Ma la Sardegna sta in Italia e soprattutto in Europa e vuol dare il suo contributo. Se la coalizione del csx vince le elezioni, il messaggio è forte e la rivoluzione, non più gentile, accenderebbe la speranza e la convinzione che la destra possa essere battuta ovunque perseguendo un modello ben preciso. Gli altri che si pongono al di fuori di questo ragionamento quali prospettive hanno?
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