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Al grido ‘Le case agli aquilani’, corteo di protesta dei comitati cittadini che stanno lottando per ottenere una casa dopo il terremoto del 6 aprile. Alla guida, un gruppo di ragazze che sorreggono cartelli con la scritta “Last Lady” e gridano “Michelle, Carla venite nelle tende, le donne abruzzesi vi aspettano in mutande”. Le donne, una cinquantina - ma nel gruppo ci sono anche alcuni uomini - urlano tutta la loro rabbia per il diverso trattamento riservato a chi soffre a tre mesi dal terremoto e chi invece è venuto all’Aquila “in gita turistica”. “Per le first ladies passeggiate in centro, per le donne aquilane tende e cemento”, recita un altro degli striscioni che le manifestanti mostrano insieme ai vassoi utilizzati ogni giorno per prelevare i pasti alle mense nelle tendopoli.
”In questo palazzo - spiega Federica, del Comitato Epicentro solidale - ci sono appartamenti in vendita non abitati, ma qui all’Aquila c’e’ l’emergenza case e noi chiediamo che quelle agibili siano destinate alle famiglie e soprattutto agli anziani e ai bambini. Chiediamo di fare una verifica in tutta la citta’ per valutare quante sono le case sfitte agibili e permettere legalmente che siano destinate agli sfollati che da mesi stanno nelle tende”. Prima del terremoto, ha aggiunto Claudia del Comitato 3.32, ”risultava che le case sfitte all’Aquila erano 3 mila, ma dopo il sisma sono diventate 350: bisogna fare in modo che siano assegnate ai tanti che ne hanno bisogno”.
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